sabato 9 novembre 2019

"La conchiglia Magica" di Maria Sozzani alla Libreria Todomodo di Firenze

Accendere la fantasia o affidare un messaggio?


Trascrizione dell'intervento per la presentazione del libro "La conchiglia magica" di Maria Sozzani alla libreria Todomodo  di Firenze

di Piera Mattei


Maria Sozzani, anche se ancora così giovane, viene da una storia lontana.
La brevissima nota biografica che ho appena letto, che è la nota che Maria ha scritto, ci mostra che lei di sé non dice molto, ma pone al centro, come impegno della sua vita, quello di presiedere la Fondazione Iosif Brodskij, che supporta residenze per scrittori e artisti russi e scambi culturali tra Italia, Russia e Stati Uniti.
Quindi un impegno centrale nella vita di Maria è quello di mantenere vivo tra le più giovani generazioni il nome di Josif Brodsky, il poeta e scrittore con il quale ha condiviso anni fondamentali nella sua vita.  E lo fa concretamente occupandosi di donare supporto alla cultura russa e agli scambi, direi "poetici", tra quei luoghi del mondo che, accanto alla nativa Russia, hanno segnato tappe essenziali nella vita di Josif Brodsky, cioè gli Stati Uniti e l'Italia.

Ma accanto all'eredità culturale Maria ha ricevuto da Brodsky, almeno altrettanto importante, un'eredità che è insieme culturale e biologica, la loro figlia Anna che presto, anzi prestissimo, ha voluto diventare mamma a sua volta.
Appunto, come si può leggere in esergo al libro, ad Anna e alla sua bambina, anzi alla bambina e alla sua mamma, "La conchiglia magica", questa breve storia fantastica, è dedicata.
Maria ha voluto scriverla in inglese, soprattutto perché l'inglese è la lingua di sua nipote che, nata da padre irlandese, vive in Irlanda. Del resto l'inglese è per Maria non saprei dire se una seconda o una terza lingua, dato che sua madre è russa e l'inglese è una lingua della sua formazione, degli anni americani con Josif, la lingua che Josif sceglieva per le sue prose, rimanendo fedele al russo per quanto riguardava la poesia. L'inglese infine è la lingua che lei anche oggi insegna.
Quindi questo libretto che entra a far parte della collana bilingue "I capricci", delle edizioni Gattomerlino, diversamente dagli altri che nascono in italiano per essere poi tradotti in inglese, nasce in inglese. Maria ha poi voluto affidarne la traduzione in italiano a Matteo Campagnoli, del quale ha particolare fiducia e che ha tradotto anche opere di Brodsky.

 Abbiamo citato l'Irlanda. Il paese dove si svolge la storia della conchiglia magica non ha un nome ma ben potrebbe essere l'Irlanda, anzitutto per quella pioggia e quell'amore per il clima piovoso sul quale il racconto si apre. Ma oltre alla pioggia abbiamo il mare, un mare Atlantico direi,  perché è implicita una marea che immaginiamo in lenta rimonta, se la bimba può volare sull'acqua solo sfiorandone con la punta del piede la piana superficie.
È un racconto dove l'acqua è molto presente non solo come elemento del racconto ma anche nei disegni. Infatti il libro, come sempre nella collana I Capricci della Gattomerlino è accompagnato dai disegni dell'autore. Maria ha scelto per questi disegni acquarellati, per lo più, le tinte delicate del celeste e del giallo, con sfumature verso il rosa e verso un rosso delicato che vira all'arancio.

 In ogni racconto si è sempre dentro una storia, e questo è vero anche qui.  Ma poi la storia ha qui, a sua volta, un dentro e un fuori, anzi direi, prendendo in prestito la terminologia dal cinema, due interni e due esterni e Lily, così si chiama la protagonista, si trasferisce,  dal letto dove sta crogiolandosi, in un fuori. In un esterno, direi dove lo sguardo di Lily cattura le immagini come una vera macchina da ripresa. Cade in un esterno cioè su una spiaggia, lì dove incontra e raccoglie la conchiglia, una conchiglia parlante, una conchiglia guida. Ha una voce, quella conchiglia, che somiglia a una voce a Lily molto nota...  Fidandosi perciò di quella voce, alla conchiglia la bimba dice che vuole entrare, continuando nella metafora cinematografica, negli interni di quel sogno,  dentro il castello magico, che prima c'era e adesso non c'è più, un castello con parti che appaiono e scompaiono, perché – lo ha riconosciuto – è il castello di una delle storie che la sua mamma le racconta e che a lei piace molto di ascoltare. Seguendo le direzioni che le dà la conchiglia Lily riesce a entrare in quel castello. E quello che vede e quello che trova sarà la grande sorpresa.

Nella storia, a un certo punto del racconto, lo sguardo della nonna-autrice, di lei che narra insomma, e lo sguardo di Lily, la bimba di cui lei narra, e che si sta guardando intorno facendo capolino dalla realtà "altra" nella realtà "quotidiana", convergono sulla mamma che sta terminando  a sua volta di scrivere la storia. La mamma quindi, è lei la vera affabulatrice, o forse la vera ispiratrice della storia? La mamma è una ex-bambina che adesso ha la sua bambina, che, a sua volta, sembra avrà anche lei i suoi bambini... Così va avanti la vita.
Alla libreria Todomodo di Firenze c'erano molti storici amici...

Al proposito è forse il caso di fare un'osservazione. I racconti per bambini li scrivono i grandi e spesso li leggono i grandi ai bambini. I grandi ideatori e fruitori di storie per bambini sono gli adulti che, guardando alle più nuove generazioni, a quegli anni stupendi che fuggono via, gli anni  dello sguardo spalancato sul meraviglioso, realizzano la loro personale avventura di tornare in quel mondo.

Dopo questa breve parentesi, alcune altre osservazioni sull'ambiente nel quale si svolge "La conchiglia magica". Il racconto, l'abbiamo già detto, ha luogo in una dimensione altra, una dimensione atemporale dove non incontriamo computer, non ci sono televisori o cuffie per l'ascolto di musica. Non ci sono altri rumori oltre al suono del mare e alla voce della conchiglia. L'unico rumore che viene dal mondo, per così dire, della tecnologia è, prima che Lily tra il sonno e la veglia si trasferisca in una realtà "altra", il rumore, che dall'esterno giunge attutito nella sua stanza, delle automobili sul manto stradale bagnato.
Devo notare che in questo racconto non ci sono altri esseri viventi, tranne, all'inizio della storia, una pianta di melo sulle cui foglie batte la pioggia davanti alla finestra della sala. La storia avviene in mondo rarefatto, essenziale dove l' "essenza" è il piccolo nucleo familiare, anzi la delicata cordicella che lega una figlia della generazione precedente a una figlia della generazione successiva,  e così via, proiettando quel legame verso una generazione anche solo eventuale, anche collocata in un futuro non prossimo. Siamo con loro, la nonna, la mamma, la bambina, nel volo sull'acqua, su per le scale di un castello, con la guida di una conchiglia magica, tra i libri di racconti presenti, dei libri dei racconti a venire.
Ah, entra nel racconto anche l'odore delle cialde calde al mattino, perché il nutrimento della mente abbia il suo complemento in una buona colazione, in un buon nutrimento del corpo.

Maria Sozzani è nata a Milano da padre italiano e madre russa. Ha vissuto a lungo a New York, dove tutt’ora presiede la Fondazione Iosif Brodskij, che supporta residenze annuali per scrittori e artisti russi e scambi culturali tra Italia, Russia e Stati Uniti. Dal 2004 vive e lavora a Milano, dove insegna l’inglese e collabora con diverse case editrici.
The Magic Seashell / La conchiglia magica è il suo primo racconto per bambini.