martedì 28 dicembre 2021

Silvio Perrella – Petraio – La nave di Teseo 2021 – Una scrittura tutta sguardo, di Piera Mattei




Una scrittura tutta sguardo. Uno sguardo assoluto, non intenzionale. Non cattura immagini per altro scopo che non sia la visione. Protagonista è la pietra, la sua muta consistenza. Lo sguardo si aggira, senza cercare indizi, senza spiare, pudicamente si arresta alle soglie del racconto.  Dettagli osservati con sguardo miope, da molto vicino. 

Una voce parla da dentro come se degli auricolari interni, che danno voce a pensieri che affiorano, impediscano di afferrare le parole, i suoni esterni. L’umanità in più luoghi sembra scomparsa, o dove appare è muta, o assonnata come per una magia che tutto ricopre: Persone smemorate e mute


In uno dei poco meno che duecento capitoletti dei quali il libro si compone viene evocata la pittura di Gaccione e invero l’atmosfera che qui si respira è un po’quella dei suoi quadri dai colori sovrapposti e sfumanti in una nebbia marina. Altri pittori sono evocati, per lo più non-figurativi, o dove la figura appare come sognata, come in Magritte, come in Hopper. Ma, ancora più interessante come riferimento, c’è il nome di Thomas Jones, un pittore gallese, che visse alcuni anni a Napoli e che a Napoli, nel 1782, tempi in cui l’astrattismo era di là da venire, dipinse Un muro a Napoli, opera di piccolo formato conservata alla National Gallery di Londra.

 Il teatro dello sguardo è Napoli, ma talvolta per il ricordo che l’associa, anche per contrasto, sono presenti  altre città: Palermo, Trieste,  un piccolo cimitero di quartiere a Tokyo, la Venezia di Ruskin, Kyoto.

 I capitoletti hanno la dimensione di una pagina o poco più. Tutti, più o meno, della stessa lunghezza. Sembrano corrispondere a un compito preciso che lo scrittore si è assegnato: uscire a guardare, catturare un’immagine muta, come può essere una statua, un marmo sbozzato ormai,(Inquieta. Le manca la testa. Le mani e gli avambracci monchi), una madonnella dipinta, un cavallo, una sirena(?) di marmo alla quale il tempo e altre ingiurie hanno dato una forma diversa e difforme dall’originale. Poi non indugiare, una foto di parole quasi solo  sussurrate. 

Pietre, un muro, i bàsoli più volte evocati, sono un’immagine in sé completa da scegliere e catturare, sono l’immagine che a sua volta cattura, materia che resta, testimone.  

Scale. Napoli è città che sale, come la montagna del Purgatorio, come tante delle più belle città di mare, come Trieste, come Genova. Salire e scoprire non tanto il panorama, ma cosa serba il cammino là in alto, giorno dopo giorno. Una sorta di rosario, pietre da sgranare meditando, facendo silenzio. 

  

venerdì 17 dicembre 2021

Prevista la pubblicazione agli inizi del 2022: "La strada fantasma" romanzo dello scrittore russo Aleksander Snegirev

  

Gattomerlino edizioni farà uscire nel gennaio 2022, per la traduzione di Raffaele Marchi ,“La strada fantasma” romanzo di Aleksander Snegirev





 Aleksander Snegirev (pseudonimo di Aleksej Vladimirovich Kondrashov) è nato a Mosca nel 1980. Dopo aver ricevuto il premio per il debutto letterario, ha collezionato numerosi importanti premi. È sceneggiatore, autore di racconti e di romanzi. “La strada fantasma” è uscito in Russia nel 2019.

 

L’impresa veramente nuova di Snegirev è di mettere se stesso in blocco al centro della narrazione: non soltanto il se stesso scrittore e personaggio noto, vincitore del Premio Booker russo, o l’autore all’affannosa ricerca di un’idea che ne esprima i freschi turbamenti, ma anche e soprattutto l’uomo, abitante di una casa in fermento e desideroso di quiete, amante e amato a certe condizioni, amico e critico della propria individualità e della patria. 

Ecco che ne viene un romanzo aperto, nel vero senso della parola. 

L’impressione che si ha, sin dalla prima pagina, è quella che ci dà una finestra lasciata aperta. L’autore attacca in terza persona, per poi passare in fretta e furia alla prima, smascherandosi. Come a dire che, da lì in poi, sarà lui il colpevole, e inutile sarà cercarlo altrove, negli alter ego o nei simboli. Tuttavia il romanzo non si semplifica mai in una libera confessione, un diario o una cronaca. Invece ha il sapore di un esperimento condotto in diretta. Quasi che il lettore fosse invitato a presenziare all’atto stesso della scrittura, quindi a quello della selezione, della cancellazione e della riscrittura. E di questa collaborazione il romanzo stesso si alimenta. (Raffaele Marchi, dalla nota critica al romanzo)

 

giovedì 16 dicembre 2021

Stefano Assandri: "Le idee che ti vengono mentre guardi il mondo"

Una delle prime pubblicazioni previste da Gattomerlino edizioni per il prossimo anno 2022 è "Come statue sedute su una panchina" di Stefano Assandri. 

"Di fronte alla proposta di questa raccolta mi sono sentita confrontata a qualcosa di più vero, di diverso dalle molte raccolte di autori giovani che chiedono di essere letti. Questa raccolta ha reclamato il mio ascolto con ben altra perentorietà. Ho letto e riletto queste poesie, e con il loro autore le ho ordinate per proporle a quanti vorranno, poi, con lui fermarsi ad assaporare le idee che ti vengono mentre guardi il mondo”.

(Piera Mattei)


 Di seguito alcune delle poesie che compariranno nella raccolta:

SECOLI

 

Devo andare, ma qualcosa mi trattiene

Mi dice che non posso ancora, non ancora e me lo ripete.

Ha paura l’uomo, ma ha paura anche il fuoco.

La terra sotto i piedi ascolta.

Cosa pensi di fare!

Girare in tondo non è una soluzione, nemmeno se è un cerchio perfetto.

Quante cose devi scoprire, hai vissuto a lungo e cambiato idea durante la vita.

Solo il tempo può giudicare.

Devi andare adesso, vai.

 

COME STATUE

 

Tutta la vita come statue sedute su una panchina.

Voci ci guidano.

Non posso, sono in ritardo.

Piccole cose sono cambiate, ma non tu.

Avanzi nelle sabbie mobili, ma non sai che ti inghiottiranno.

Svegliato di soprassalto da un urlo, corri.

Hai paura di vedere, era un sogno.

Ancora tutta la vita come statue sedute su una panchina.

Aspettano.

Avanzi nelle sabbie mobili ma non sai che ti inghiottiranno.

Ancora un urlo.

No. Sbagliato.

Era solo silenzio.

 

 INFINITO

 

 

A cosa serve respirare?

Non si può essere sicuri del domani fino a che il domani non è adesso.

Non si può sapere del futuro, si conosce solo il passato.

Come si fa a vivere correttamente?

Si può immaginare quello che si vuole, un modo sbagliato, una scorciatoia vicino al confine col baratro.

Si nasce e si muore nell’oscurità della solitudine.

Capisci che hai capito quanto basta, per sapere che respirare serve a tutto questo.

 

 


Breve autopresentazione che accompagnava la proposta della raccolta:

Mi chiamo Stefano, ho ventidue anni. Ho appena finito gli studi di Massoterapia e ho iniziato il Corso di Osteopatia. Vivo a Milano dove sono nato. 

Ho la passione per l'atletica leggera, che pratico tutti i giorni, sono un velocista, ho vinto anche un bronzo ai Campionati Italiani 2019, per me correre è come volare e mi è necessario per essere felice. Però ho anche la passione per la scrittura. Sono dislessico di livello severo e scrivere mi ha aiutato tantissimo. 

martedì 14 dicembre 2021

Gli autori di Quaderni di Pagine Nuove 2021 - Gattomerlino edizioni



Il giorno 8 dicembre 2021 si è concluso il festival Gattomerlino, che ha avuto luogo dal 5 all'8 dicembre, nel Gattomerlino Spazio, in Borgo Vittorio 95, con l’incontro  con gli autori pubblicati  nella collana Quaderni di Pagine nuove di Gattomerlino.  

Gli autori sono, in ordine alfabetico che corrisponde anche all’ordine nel quale compaiono nelle foto: Elisa Audino, Isabella Capurso, Gianluca Favre, Pamela Proietti, Rosa Riggio.


 


Ogni autore si è presentato e ha letto qualche poesia che ritiene particolarmente significativa della sua produzione.




 Ascoltandoli mi sono sentita particolarmente felice di averli scelti e di riuscire a promuoverli. 

Roma quel giorno non si è mostrata particolarmente accogliente, con pioggia e  cielo scuro, come quasi mai, come provasse a mostrarsi una città nordica. Avremo, con i nostri autori, altre occasioni, in giorni di sole.  Sicuramente.




domenica 28 novembre 2021

Dal Sottosuolo del Condominium di Piera Mattei

***

Teatri In Cammino – Comunità plurali tra centro e periferia è l’itinerante teatro in cuffia di Illoco TeatroSpettacoli teatrali e visite guidate a impatto zero – dal 26 al 28 novembre e dal 3 al 5 dicembre – si alternano tra il centro e la periferia di Roma. 


***

Mi sono recata nel Parco di Via Statilia per lo spettacolo Condominium, (liberamente ispirato a J. Ballard), con le voci di Pietro Faiella, Raffaele Gangale, Liliana Massari, Fabrizio Parenti – colonna sonora Altrimenti – e con interventi dal vivo di Raffaele Gangale. Resti dell’antico acquedotto e tappeto verde, sparse presenze di senzatetto.  Individuo la postazione del teatro. C’è un banchetto con delle cuffie e ne ricevo una che mi permetterà di seguire le voci degli attori isolata dal chiasso della strada. Ma intanto subito usciamo dal recinto del parco e ci avviamo non ci dicono verso dove “Mascherine indossate, perché entreremo in spazi interni!” questo è quanto ci raccomandano. Ed ecco, scendiamo verso il sottosuolo di un enorme palazzo che non riconosco da quell’ingresso. 

Ci troviamo in uno spazio enorme arredato con divani, un bar, un cane saltella  abbaiando amichevole, ma noi corriamo via dietro le voci che  ci parlano nelle cuffie, anche se quanto colpisce  il senso della vista sovrasta il significato delle parole che ascoltiamo.


E attraversiamo spazi diversi, luoghi con oggetti sparsi come enormi cantine in disordine, poi ancora una biblioteca dove ragazzi lavorano in silenzio e ancora bagni aperti, corridoi, ascensori che sembrano lì bloccati da sempre, scale che salgono nella semioscurità. 





Di tanto in tanto la comitiva rallenta la sua corsa. Una breve sosta, un attore recita battute dal vivo, poi, ancora rapidi, per altri corridoi bui– una ragazza della troupe mi fa luce in basso con una torcia elettrica. Infine siamo arrivati. Siamo nello spazio del teatro e, già lo avevo capito, ma ora lo riconosco, questo è l’auditorium  del Palazzo  occupato dell’Inpdap. Ora Paolone, personaggio importante nella realtà dell’enorme struttura, che dal 2013, anno in cui venne occupato, cerca di portare avanti un esperimento di integrazione con il quartiere e la città, fa in brevi parole la storia  di questo Condominium

Ancora stordita per il caleidoscopio d’immagini che ha colpito le mie retine in questa corsa negli spazi sotterranei, esco dal palazzo, questa volta dall’ingresso principale, che è quello che conosco, un ingresso sontuoso nelle forme architettoniche, un palazzo che non ha certo finito di raccontare la sua storia nella Roma multietnica dei nostri anni. 

 

 



martedì 23 novembre 2021

Per il prossimo compleanno di una grande poetessa estone: Doris Kareva (Tallinn 28 novembre 1958)


(nella foto Doris Kareva con Piera Mattei a Como, per Europa in versi, nel 2014)


 La poesia di Doris Kareva: il coraggio di eliminare il superfluo

di Piera Mattei

 

Tra i miei amici poeti non ce n’è uno solo al quale io abbia presentato la persona di Doris

Kareva o la sua poesia, e che sia dimostrato poco interessato o indifferente. 

Direi che in Doris c’è una corrispondenza sorprendente e misteriosa tra il suo aspetto fisico e la sua poesia. Guardi il suo volto chiaro, i suoi modi riservati, ma intuisci dietro l’apparente fragilità una grande forza. Così è la sua poesia: in brevi strofe mira al nucleo essenziale di un pensiero, afferra e cattura un’immagine scaturita dal ricordo, da un oggetto e li riconosce, nella loro essenza, come portatori di altri significati.  

La poesia per Doris Kareva è sintesi, che racchiude un pensiero: ”Quella che chiamiamo bellezza non è essenzialmente grazia? La grazia – così differente nella tigre e nella gazzella– nasce dalla precisa percezione del proprio sé e del mondo circostante, dalla valutazione esatta delle proprie possibilità e dal loro godimento. La grazia può aumentare solo con la maggior precisione, mentre la forza cresce indefinitamente. Grazia è forza unita all’intelligenza, capacità di raggiungere l’obiettivo con poco, capacità di riconoscere il necessario, coraggio di eliminare il superfluo.”  Queste parole che condensano la sua poetica, Doris le pronunciava nel 2011, in una breve prosa dedicata al padre, in occasione degli ottanta anni dalla nascita di lui, Maestro di Armonia, e costituiscono una dichiarazione perfetta della sua poetica. 

Questa prosa volli inserirla nella raccolta di poesie di cui ho curato, insieme a Maarja Kangro, la traduzione italiana e la pubblicazione nelle mie edizioni Gattomerlino, nel settembre dello stesso 2011. Sono trascorsi da allora più di dieci anni, ma quella piccola raccolta è ancora viva e vivace.  Proprio come sento vivo e vivace il mio rapporto con Doris Kareva e la sua poesia, motivo per il quale ben volentieri ho accettato l’invito di Katrin Veiksaar di renderle omaggio in occasione del suo compleanno. 

Auguri, Doris, a te e alla grazia della tua poesia! 

 

 

L’OROLOGIO CAMMINA

 

 

L’orologio cammina 

per la casa e di tanto in tanto si ferma

ai piedi del letto di un dormiente.

 

Tengo gli occhi serrati, 

non respiro.

Le sue lancette possono essere taglienti.

 

Stanno a provarlo i volti dei nonni.

 

 

IL BISTURI E IL METRONOMO

 

 

Il bisturi e il metronomo

sul piano di mio padre

non si parlavano, 

quando ero bambina.

 

Solo ora, col tempo,  

ho cominciato a sentire, 

a capire

le loro storie strane.

 

CIÒ DI CUI HAI BISOGNO VIENE DA TE

 

 

Ciò di cui hai bisogno viene da te

in una o altra forma velata.

Quando tu lo riconosci, 

diventa tuo.

 

Ciò che vuoi verrà a te, 

E ti riconoscerà e diventerà parte di te.

Respira, conta fino a dieci.

 

Ne saprai il costo più tardi.

 

 

Affilano il tempo fino alla trasparenza.

 

 

 

 

 

QUANDO LA PAURA DIVENTA COSÌ GRANDE

 

 

Quando la paura diventa così grande

che non c’è via di scampo

le corriamo incontro a capofitto.

 

Allora saltiamo nell’abisso, 

infiliamo la testa nel forno,  

ci schiantiamo contro lo specchio. Ognuno a modo suo.

 

La paura è la più grande

forza gravitazionale.

 

 

 

 

MIA METAFISICA, MIA

 

 

Mia metafisica, mia 

metamatematica, mia

metamusica, mia meta –

tormento.

 

La notte colpisce –

ancora e ancora e ancora.

Sulla pietra del cuore

un uccello affila il suo becco.

 

 

 

 

VIVO IN PRIMAVERA, BENCHÉ TUTTO INTORNO SIA INVERNO

 

 

Vivo in primavera, benché tutto intorno sia inverno.

Quando arriva l’estate, dentro di me è autunno.

 

Non funziono a dovere, nella mia confusione

non so quando cantare 

o perché.

 

Il mio nido è distrutto, i miei pulcini

sono volati nel vasto mondo.

 

Nella mia testa gabbia e fuga fanno mulinello,

dal mio seno si è strappato un canto.

 

 

 

IL CUORE SCRIVE. LA MANO DISEGNA LE PAROLE

 

 

Il cuore scrive. La mano disegna le parole.

La mano si stanca. Il cuore non si stanca.

Finché vivi devi ascoltare

quello che dice il tuo cuore di carne:

 

questa è la sofferenza, l’ira, di un essere

contro il tradimento e l’umiliazione –

è il peso di un’esistenza

che trabocca di dedizione.

 

La mano scrive. Il cuore sa, 

il cuore in silenzio ama.

Quello che dice nei suoi versi

incanta e abbaglia.

 

 

 

 

 

NEL LABIRINTO NIENTE ALTRO

 

 

Nel labirinto niente altro 

è a portata di mano – per questo

vado stracciando brandelli di me, 

per segnare direzioni già prese, 

per trovare la via del ritorno.


 

TUTTI I SEGMENTI SI ALLINEANO IN TE

 

 

Tutti i segmenti si allineano in te.

 

Seno e coseno

annusano l’ipotenusa

che saltella e muove le sue anche, 

i nudi slanciati cateti. 

 

Oh, le lance, quelle barche, 

che sull’acqua ci portano

oltre l’orizzonte e aldilà dei sogni.

 

Inghiottire arcobaleni

nel tè che si fa scuro

della nostra ultima occasione:

 

questa è la tua strada.

 

 (da Doris Kareva “L’ombra del tempo” traduzione Piera Mattei e Maarja Kangro - Gattomerlino edizioni 2011)

 

Doris Kareva, una delle più amate poetesse estoni, nota in gran parte dell’Europa ma ancora inedita in Italia quando nel 2011 pubblicammo per Gattomerlino la sua raccolta di poesie “L’ombra del tempo”, è nata a Tallinn (1958), si è laureata all’Università di Tartu in filologia romanza e tedesca. È stata Segretaria nazionale della Commissione nazionale Estone per l’UNESCO. Ha lavorato con borse di studio in Svezia, Grecia, Stati Uniti, Olanda, Italia e Irlanda.

Ha pubblicato numerosi libri di poesia e di saggistica: ha ricevuto due premi nazionali per la cultura nel 1993 e nel 2005 e numerosi premi letterari e l’ordine della Stella Bianca nel 2001. La sua poesia è stata tradotta in più di venti lingue europee e orientali. A sua volta ha tradotto poesia, teatro e saggi: Anna Akhmatova, Emily Dickinson, Joseph Brodsky, Kahlil Gibran, Kabir, W. H. Auden, Samuel Beckett, Shakespeare, e poeti irlandesi contemporanei. Ha scritto espressamente testi per la musica e per il teatro, la sua poesia è stata più volte portata in teatro e messa in musica.

martedì 16 novembre 2021

Festival Gattomerlino 5-8 dicembre 2021



Gattomerlino Spazio – Borgo Vittorio 95

5-8 dicembre 2021

 

 

A conclusione di questo anno di caute aperture ospiteremo nello Spazio Gattomerlino alcuni dei più interessanti autori pubblicati nel corso dell’anno o che in quest’anno hanno continuato a riscuotere  interesse presso il nostro pubblico. Nella giornata finale inoltre, un incontro tra letteratura e cinema con la proiezione dei corti selezionati  dalla giuria di Bookciak Azione! 

 

Inizieremo domenica 5, alle ore 17 con la presentazione del volume freschissimo di stampa “Braydon e Walter” storia di una strana coppia di amici, scritta e illustrata per giovanissimi da Maria Sozzani. Esce nella collana I Capricci, nella doppia versione italiana e inglese. La prima versione inglese è stata tradotta, anche questa volta da Matteo Campagnoli. 

Durante l’incontro Maria Sozzani dialogherà con Alessandro Romanello e con il pubblico. 

 

Il giorno 6,  alle ore 18  Marco Ercolani, psichiatra e scrittore genovese, arriverà da noi per animare con Giorgio Galli un dibattito sulle loro più recenti pubblicazioni Gattomerlino, uscite nella collana Prose e racconti: “Le forme dell’aria” di Marco Ercolani e “Il matto di Leningrado“ di Giorgio Galli, due testi di straordinaria metaletteratura.  Piera Mattei introdurrà gli ospiti e modererà l’incontro.

 

 Nel giorno 7  il pomeriggio dalle 18 sarà dedicato a un dibattito scientifico sulla figura, sulle scoperte e sul pensiero attualissimo di Louis Pasteur. Protagonisti i prestigiosi scienziati  Gianpiero Ravagnan microbiologo, Gianni Jona Lasinio, fisico, autore del libro ”Chiralità, la vita è asimmetria?”(Gattomerlino edizioni, collana Verde scientifica), e  Antonio Bianconi, biofisico. Il pubblico sarà invitato a partecipare al dibattito finale.

 

 Il giorno 8 alle ore 11 il prof Giorgio Frontini, alcuni suoi allievi ed ex allievi,  con Lina Lo Giudice Sergi, presenteranno “Caro Omero ti scrivo”, libro uscito nella collana Azzurra per ragazzi e che, su progetto dello stesso prof. Frontini, raccoglie lettere al poeta e agli dei dell’Olimpo scritte da alcuni alunni di una prima media. Disegni estemporanei degli stessi autori delle missive completano il vivace volume, che sta avendo un bel successo.

 

Nel pomeriggio dello stesso giorno 8 dicembre il festival si conclude con gli incontri dedicati alla poesia. 

A partire dalle ore 17, provenienti da varie parti d’Italia, avremo con noi Elisa Adino con “Io qui ci vivo”, Isabella Capurso con “Il pesce lanterna”, Gianluca Favre con “Il prezzo della poesia”, Rosa Riggio con “Prove di resistenza”, autori che saluteremo per la prima volta nel nostro Spazio, e Pamela Proietti che già qui ha presentato il suo ”Il nome bianco”, tutte raccolte di poesie recentemente pubblicate nella collana Quaderni di pagine nuove.  Introdotti da Piera Mattei leggeranno dai loro libri e risponderanno alle domande del pubblico.

Alle ore 19 Gabriella Gallozzi concluderà la serata illustrando il suo progetto Bookciak azione! e proietterà i brevi corti premiati nell’ultima edizione di quella competizione cinematografico-letteraria, tra i quali figura il corto ispirato a “Pesci di vetro” di Sergio Oricci.  Per conoscere meglio questa originale iniziativa vi invitiamo a leggere, qui sotto, il relativo allegato.

 

L’ingresso è riservato a persone fornite di green pass. Mascherina e distanziamento necessari.  Per informazioni 06 68308348   338 8423839   338 8438281

lunedì 25 ottobre 2021

Ray Benzal Martinez per John Keats traduzione italiana di Piera Mattei










Si conclude in questi ultimi mesi del 2021 il secondo centenario della morte di John Keats. Ho pensando di celebrarlo con la traduzione in italiano di una bella poesia spagnola tratta dal volume "Septimontium - Un canto a Roma" di Ray Benzal Martinez, che mi giunge appunto, molto gradito, dalla Spagna.

 La poesia si apre con un esergo tratto dalla poesia scritta da Shelley in morte di Keats.  Quindi chi parla qui è lo stesso poeta romantico giunto a Roma nella speranza di guarigione. 

Nell'ultima strofa  Ray Benzal Martinez torna a firmare la poesia in prima persona, ritraendosi come turista che lentamente s'immerge  in quella cornice consacrata alla poesia e al ricordo.






                                       

 

                                                                                       Cerca riparo all’ombra della tomba.

                                                                            Perché temere di diventare ciò che Adonais è già?

                                                                                                                                           (P. B. Shelley)

Novembre.

Scendo alla stazione, 

nel bagagliaio pochi indumenti

 e una cartella piena di fogli,

 A volte fatico a comprendere

                                            – Dipende se lo whisky della sera 

                                            era forte o allungato

 

 Che caldo! il mio vestito di tweed

 è diventato pesante.

                                        sono lontani la brezza sul ponte del ferry

                                        e la vista di pastori sui fianchi

                                        di sterile muschio a Mull.

 

 Dicono i medici che il clima mediterraneo

 mi aiuterà

                                    Che crudele ironia: io volevo diventare medico!

                                    È passato il milleottocento diciannove...

                                    annus mirabilis.

 

Le ruote sul fango trasportano la mia nuova casa,

Come si muove rapidamente la gente!   

                                                                     Mi manca l’usignolo,

                                                                    quelle sere perdute sotto il prugno!

 

E sono qui. La mia camera un letto

 un tavolo, un bacile con  acqua avanzata

sopra uno sgabello zoppo.

 

Dalla mia finestra desidero uscire all’aria

 a giocare con i ragazzini sulla piazza, 

legare l’asino, e ridere,

ridere mentre la fontana mi bagna.

 

 Dalla mia finestra, punto di fuga

 dei miei crostini con acciughe,

 sto sanguinando... I fish and chips

non sono arrivati a Roma.

                                Mi hanno negato persino l’oppio!

                               Vorrei più tempo.... Sono 

                               un riflesso si queste colonne.

 

 Dalla mia finestra,

 oh, Fanny, sei tu il mio ricordo, 

 dalla mia finestra!  

                                   Oggi sarà l’ultimo giorno. Vivo

                                   in prestito,  libro postumo 

                            prima della pubblicazione

                           (doveva essere dicembre).

 

 E piove,

E la mia vita si assimila all’acqua

sulla quale voglio che resti il mio nome,

e andarmene così,

come se dormissi ancora

dentro queste statue.

 

 Con la mia giacca aperta,

scendo a piccoli salti la scalinata

(fotogramma di Gregory Peck che tengo di fronte al letto).

Compro un gelato da Giolitti, 

mi siedo sulla barcaccia.

Guardo indietro 

Piazza di Spagna 

                               ventisei 

 

 

 da Ray Benzal Martinez “Septimontium – Un canto a Roma”– Circulo rojo 2020