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domenica 11 dicembre 2011
consigli per le strenne – 1 – di Piera Mattei
Laura Lilli – Formiche straordinarie Extraordinary ants – disegni di Elisa Montessori – Empiria 2010
Luca Benassi – Di me diranno – CFR 2011
Cosa unisce il libro di Laura Lilli, originale, ironico e amaro, le sue eleganti illustrazioni per il pennello di Elisa Montessori e un libretto scarno, davvero essenziale nelle dimensioni e nella veste, come il "Di me diranno" di Luca Benassi? Perché poi consigliarne la lettura in questi giorni?
Siamo tutti, credenti e non (chi scrive si riconosce in questa seconda categoria), alla vigilia delle feste del nuovo ciclo, del nuovo inizio, che torna ad aprire le giornate alla luce, dopo il buio dell'inverno.
E appunto i due libri sopra citati parlano con originalità e sincerità di INIZI.
Sono diversi: alatamente ironico il primo, lirico il secondo, ma si somigliano per l'importanza data al punto di vista non tanto degli individui umani, quanto degli animali, dell'ambiente fisico, della storia.
Fermiamoci dunque su questo punto. Tutti e due i libri parlano di un inizio della storia, ma per Laura Lilli si tratta dell'inizio dei tempi secondo l'Antico Testamento, delle lotte tra Dio Padre e il figlio suo prediletto, Lucifero, un figlio ribelle che sceglie lo scontro tra generazioni, la partita da vincere o perdere. Così di fatto imponendo il suo punto di vista manicheo (Aut / Aut, Football), al suo onnipotente padre. Questo momento fondante del destino del mondo è trattato, nello stile della Lilli, con una parola armata di arguzia, che senza lanciare polvere in giro, sa scavare, con uso della logica che sa convincere.
Altri protagonisti, per lo più non alati stavolta, delle brevi prose della Lilli – ciascuna in doppia versione italiana /inglese, quest'ultima realizzata da Jehanne Marchesi – sono le varie specie animali, tra le quali l'uomo, scimmia che, secondo un darwinismo riveduto e corretto, ha ingoiato le forme astratte della geometria: il Punto, la Retta, il Quadrato et cetera fino a ingerire e fare costitutiva sostanza, come in un'immateriale Comunione, anche delle forme astratte dei solidi.
Altri inizi della storia (INIZI al plurale) raccontano ancora i monumenti della città della Lilli, Roma, dove le Basiliche della metropoli antica contestano alle Basiliche cristiane il nome di cui queste ultime si sono appropriate. Con filosofia davvero degna dell'antica tradizione dell'Urbe, la Lilli fa mediare lo scontro dalla sintesi fulminante di Dante ( fu stabilita per lo loco santo / u' siede il successor del maggior Piero) che riassume la gloria della Roma di Virgilio e dell'Eneide ai fini, decretati "in alto", della sempre universale Roma cristiana.
Proprio sull'inizio dell'era cristiana, sulla nascita di Cristo, si apre e lì poi s'incentra il libretto di Luca Benassi. E come la Lilli dava un'interpretazione dei sacri testi molto lontana dai commenti canonici, così Benassi. Solo che lui intende sostituire all'immagine oleografica delle splendide infinite Natività dei nostri pittori – una madre ben composta, ben vestita e con i capelli splendidamente acconciati, anche se non frontalmente immobile come nelle icone orientali, un'immagine comunque non credibile nella sua fisicità – un'immagine estenuata e devastata, anche se appagata, quale è sempre quella un corpo femminile da poco attraversato dalla nascita di un figlio.
Anche in Luca sono soprattutto gli animali ( l'Asino, il Bue, il Gallo) a parlare, a raccontare di quanto hanno visto, di come hanno trattenuto i loro istinti, per rispetto di quella nascita. Tra tutti, per la simpatia che ci lega a quell'animale e la grazia che, contro ogni luogo comune, qui dimostra, vogliamo citare le parole dell'Asino:
Ebbi fame, ma la paglia era già occupata
dal corpo fremente
del bimbo
In questa riscoperta della verità dell'ambiente fisico che circonda il Natale, per raccontare la storia eterna della rinascita e degli inizi, che ha anche l'odore del sudore, degli umori del corpo, una storia dove risuona il grido, la cometa non è una forma piatta a cinque punte e la sua brava coda, come nei presepi di cartone, è un mondo lontano e dinamico, un corpo in esplosione: Infine schiantai, espulsi me stessa milioni di volte, e fui più bianca del bianco, più luce della luce. Descrizione conforme a una materialità che la contemporaneità scientificamente conosce, e che Benassi trasporta con linguaggio poetico, nei territori del mito religioso.
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