e del secondo e del terzo amore
di un cuore metafisico
Lo stesso autore considerava come una narrazione a parte i
tre capitoli delle Memorie inutili dedicati
agli amori giovanili, che compongono il nostro volume. Questi racconti non
ricadono tout court nel genere
delle memorie galanti, così in voga nel Settecento. Riconosciamo lo stile
insieme ingenuo e ironico, la voce blandamente misogina dell'autore è ben
udibile, e le donne, tutte poco "virtuose", conservano tuttavia
un'incantevole innocenza, quasi fiabesca.
Quanto alla lingua, il feroce disprezzo verso ogni stile
contaminato da residui secenteschi, da francesismi alla moda, da vocaboli e
costruzioni sintattiche plebei o dialettali, non limita in alcun modo la
grandissima libertà espressiva, che arriva a foggiare, per vocaboli noti,
significati originali, come quell'aggetivo "metafisico" per dire
l'innocenza del giovane innamorato che fino allora, sull'amore, si era formato
soltanto sui libri.
"...passo a narrare pubblicamente, ingenuamente, senza la menoma renitenza e a costo del mio rossore, le storielle promesse dei miei errori amorosi. Un poco di lascivetto, che contengono queste storielle e che la mia penna fu costretta a trascorrere per dipingere e per dare tre quarti di verità e di natura, farà forse leggere con mio dispiacere più volentieri da alcuni i tre capitoli che contengono le storielle dei miei errori d'amore, di tutti gli altri capitoli contenuti nelle mie inutili Memorie."
(Memorie capitolo XLVI)
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