Ho terminato da poco di leggere “Non è un gioco – Appunti di
viaggio sulla poesia in America Latina”.
Il libretto me lo ha dato proprio Carlo. Ci siamo scambiati
dei libretti che hanno a che vedere con l’America Latina e la poesia, lui, un
veterano di quei viaggi, io appena reduce dal XII Encuentro de poetas del Mundo
latino, in Messico.
L’America Latina presente in questo libro è soprattutto la
Colombia, anche se alla condizione della poesia in Argentina si accenna, sempre
e comunque per sottolineare il grande vantaggio di quei paesi sull’Italia.
Il libro, volendo –immagino– spiazzare rispetto al titolo, è un po’ come un gioco, con brevi cronache, racconti e documenti diversi, montati a
incastro. In queste pagine ho trovato, anche – davvero! – tanto entusiasmo. Le
leggo solo adesso ma sono state scritte più di cinque anni fa e mi auguro che
rispetto alla poesia in America Latina l’autore conservi intatte le sue
impressioni di allora.
Le cose narrate coincidono con le mie recenti esperienze per
due aspetti.
Anch’io ho sperimentato l’entusiasmo del pubblico della poesia. Studenti e giovani che imparano subito a memoria un verso e te lo ripetono, entusiasti. Gli abbracci, la richiesta di autografi, di foto che li riprendano insieme al “poeta”. La popolarità della poesia. Riconosco i ritmi serrati delle letture, anche questi ho sperimentato: essere presenti, puntuali e in buona forma, come d’obbligo nel mestiere degli attori.
Anch’io ho sperimentato l’entusiasmo del pubblico della poesia. Studenti e giovani che imparano subito a memoria un verso e te lo ripetono, entusiasti. Gli abbracci, la richiesta di autografi, di foto che li riprendano insieme al “poeta”. La popolarità della poesia. Riconosco i ritmi serrati delle letture, anche questi ho sperimentato: essere presenti, puntuali e in buona forma, come d’obbligo nel mestiere degli attori.
Quanto al ruolo di “civilizzazione e pacificazione della
poesia” direi che questa utopia l’ho ritrovata soprattutto nell’impegno di un
giovane poeta onduregno, incontrato appunto in Messico nel novembre scorso e
che ho subito deciso di tradurre e pubblicare, Rolando Kattan.
Il suo libro, che uscirà tra breve, s’intitola “Animale non
identificato” e uscirà per le nostre edizioni Gattomerlino. Rolando con altri
giovani amici è impegnato a pubblicare, in ampie tirature e in veste economica,
i grandi classici della letteratura, che poi diffonde attraverso letture, e ne
fa dono, in spazi pubblici, nei mercati, per le strade. Anche lì, la poesia per
tutti. La poesia come leva di riscatto sociale.
Quindi questo immenso continente che è l’America Latina è in
ogni sua parte diverso e insieme simile? Una cultura meticcia che nonostante la
violenza diffusa nella società salva e pone su un piedistallo la poesia, e addirittura
si vorrebbe salvata dalla poesia. Bene. Anche se restano tali le utopie aiutano
a vivere.
PIERA MATTEI
PIERA MATTEI
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