Lina Lo Giudice
Carlo Gesualdo e le dame di Ferrara – La stamperia del
Principe – Gesualdo 2013
Diversamente da quanto afferma il vecchio adagio, certo non
solo l’abito, ma anche l’abito fa il monaco, e quando si tratta di libri proprio
l’abito, la copertina, dovrebbe condensarne l’identità. Pertanto sulla
copertina di questo libro mi sarebbe piaciuto vedere invertite le dimensioni
dei caratteri del nome dell’autrice e del titolo. Ma soprattutto nel titolo
vedrei volentieri uniformati i nomi di Carlo Gesualdo e quello delle “dame di
Ferrara”.
La figura di Carlo Gesualdo è diventata negli ultimi decenni
molto popolare tra i cultori della musica del Cinque–Seicento. Ha contribuito a
questa fama il carattere avventuroso della vita del Principe di Venosa, l’uccisione,
per vendicare l’adulterio, della moglie e dell’amante di lei, entrambi
esponenti di nobilissime famiglie. Quindi la fuga, il secondo matrimonio, il
ritorno nel castello di famiglia, a Gesualdo, il perdono del figlio. Ma più
conta certamente l’eccezionalità di una passione per la musica che va ben oltre
l’attività gentile e galante, complemento necessario al perfetto principe e
uomo di corte, e deriva dalla necessaria espressione di una sensibilità
originalissima, tormentata, precorritrice di moderne, per quanto ancora lontanissime,
dissonanze.
La tesi originale di Lina è che il breve soggiorno di Carlo
Gesualdo a Ferrara per il suo secondo matrimonio con la principessa Eleonora d’Este
e la familiarità con “il Concerto delle dame” di quella corte abbia
potentemente influenzato la seconda parte della produzione gesualdiana.
Lina Lo Giudice ha fatto un notevole lavoro di ricerca che
ha reso poi fruibile mediante uno stile assai godibile, dove traspare il
piacere e vorrei dire il divertimento di quella ricerca.
Ha coniugato in questo libro due temi centrali al suo
impegno intellettuale: la passione per la musica e l’indagine sul ruolo delle
donne intellettuali, artiste e politiche, in tempi storici e al presente.
Man mano che si procede nella lettura appare sempre più
evidente che la storia di un singolo personaggio, anche se grande e avventurosa
personalità e grandissimo e originale musicista, non basta al temperamento
dell’autrice. Veniamo a scoprire sempre più una mente che tende all’enciclopedismo,
che mentre formula un’ipotesi ne ha presenti i rimandi, e i contorni, gli
antecedenti e vuole rendercene partecipi.
Ne esce un affresco che, dai confini non molto estesi della
vita di Carlo Gesualdo da Venosa (1566–1613), si allarga a comporre un vasto
quadro storico che va risalendo agli inizi dell’età moderna e alla Riforma
Protestante.
A conferma dell’impulso e dell’intelligenza enciclopedica
dell’autrice, la seconda parte del libro si compone di quattro appendici che corrispondono
a quattro dizionari. I primi due sono dei Musicisti contemporanei di Carlo
Gesualdo e – parallelamente – delle Musiciste contemporanee al Principe. La
terza e la quarta appendice contengono rispettivamente una piccola biografia
delle Dame del Concerto di Ferrara e le biografie di alcune donne di potere in
Italia tra il ‘500 e il ‘600. Completa l’apparato un glossario dei termini
musicali.
Questa visione in cui un’ipotesi sintetica si correda di
strumenti analitici, questa intelligenza enciclopedica, che riassume e indica,
rende il libro di Lina Lo Giudice uno strumento interessante per comprendere
meglio, non tanto e non solo la musica di Carlo Gesualdo, quanto il complesso sviluppo
di quella verso una sensibilità considerata moderna, dissonante anziché armoniosa.
Più di tutto all’autrice interessa mettere nella giusta luce il generoso ma
pressoché ignorato apporto della sensibilità
delle donne alla grandezza dell’Arte.
PIERA MATTEI
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