martedì 15 luglio 2014

"I POETI DELLA FONDAZIONE BRODSKIJ"



Per la serie Blu, entro l’estate, dovrebbe inaugurarsi un nuovo importante progetto. Per la cura e la traduzione di Claudia Scandura, apriremo infatti un canale privilegiato per “I poeti della Fondazione Brodskij”.


La serie s’inaugura con la raccolta
“La ruggine e il giallo – poesie 1980-2011” di Sergej Gandlevskij, considerato in Russia un classico vivente.
Nato nel 1952 a Mosca da padre ebreo e da madre di religione ortodossa, Sergej Gandlevskij è considerato dalla critica russa un classico vivente. Cresciuto in una famiglia di orientamento antisovietico, il poeta è un tipico rappresentante dell’underground moscovita dell’epoca di Brežnev: ha alternato i lavori più disparati (insegnante di inglese, assistente teatrale, guardiano notturno) e ha diffuso i suoi versi solo attraverso il canale del samizdat. Dalla fine degli anni ‘80 si è affermato come uno dei più interessanti poeti contemporanei, ha lavorato come conduttore di programmi culturali alla radio e ha tenuto seminari all’Università Umanistica di Mosca (RGGU). Dal 1994 è responsabile del settore critico e pubblicistico della prestigiosa rivista russa “La letteratura straniera”.
Ha pubblicato numerosi volumi di poesia: Festa (1995), Schema riassuntivo (1999), L'ordine delle parole (2000), Trovare il cacciatore (2002), Esperimenti poetici (2008) Poesie (2012); due romanzi: La trapanazione del cranio (1996) e Illeggibile (2002); i saggi raccolti nel volume: Saggi, articoli e recensioni (2012) e la prosa autobiografica Passato senza pensieri (2012). Ha vinto numerosissimi premi letterari tra cui il premio speciale della Fondazione Josif Brodskij (2013). Ha partecipato al “Festival delle Letterature” di Mantova nel 2011. Le sue opere sono tradotte in inglese e in tedesco, in italiano sono apparse su alcune antologie.


Del progetto Gattomerlino edizioni che – proposto e curato da Claudia Scandura – si rivolgerà ai “Poeti della Fondazione Brodskij” così scrive Maria Sozzani Brodskij:



La collana “I Poeti della Fondazione Brodskij” segna una nuova fase per la Fondazione, il cui scopo è di realizzare uno degli ultimi sogni di Iosif Brodskij: lo scambio culturale tra Russia e Italia, una tradizione troncata dalla rivoluzione e che, per un poeta nato a San Pietroburgo, città dalla forte impronta artistica italiana, era sicuramente una tradizione da riscoprire. Secondo le parole di Brodskij, l’Italia era stata una rivelazione per i russi: ora avrebbe potuto diventare la fonte del loro rinascimento.  
Una nuova fase, perché dei ventotto borsisti mandati sino a ora in Italia dalla Fondazione quattordici sono poeti, poco o mai tradotti in italiano prima di ricevere questa borsa. Il fatto di pensarli riuniti in una sola collana, sotto il nome della Fondazione Brodskij, mi riempie di emozione – un passo avanti verso la concretizzazione di un sogno.
Per Iosif, le nozioni di arte e viaggio erano inseparabili: l’artista è colui che cerca sensazioni nuove, che tenta di sbarazzarsi delle cose troppo familiari e comode – che segue i sentieri delle idee attraverso gli spazi geografici. Quando il movimento fu di nuovo possibile in Russia, si sentì chiamato a rinnovare un viaggio europeo fondamentale – il viaggio in Italia.
La Fondazione Brodskij prese avvio nell’autunno del 1995, quando il poeta Iosif Brodskij, premio Nobel per la letteratura nel 1987, si recò dall’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli per sottoporgli un progetto che aveva molto a cuore: la creazione di un’Accademia russa su modello di quella americana, presso la quale lui stesso aveva soggiornato varie volte, ispirandosi a quell’antica città come molti artisti e scrittori russi che l’avevano scelta come patria di elezione a partire dal Settecento.
La morte improvvisa del poeta nel gennaio del 1996 cambiò il corso di quel progetto.
Nei giorni successivi alla scomparsa di Brodskij un gruppo di amici, per dare immediata realizzazione al pensiero del poeta, decise di creare un fondo in suo onore. Nacque così una fondazione con sede principale a New York, la Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund e una sede italiana a Roma, l’Associazione Joseph Brodsky.
Ci affrettammo a fare in modo che nascesse proprio in quei giorni – e i genitori della nostra fondazione furono amici molto cari a Iosif:  Benedetta Craveri, Roberto Calasso, Adele Chatfield Taylor, Robert Silvers, Michail Baryshnikov, Isaiah Berlin, Mstislav Rostropovich, Ann Kjellberg, Masha Vorobeva e Dmitrij Lichacev.
Tutti capirono che un tributo, che era qualcosa in movimento anziché un monumento, era quanto di più adatto alla memoria di mio marito.
Iniziammo a mandare i borsisti  della fondazione presso istituzioni amiche prima di avere un edificio di proprietà –  in una specie di accademia volante – e questo è il modello che abbiamo continuato a seguire fino ad ora.
I nostri borsisti hanno soggiornato a Roma, presso l’Accademia americana, l’Accademia francese a Villa Medici e la Villa Mirafiori dell’Università La Sapienza. Fuori Roma, sono stati ospitati dalla Fondazione Bogliasco di Genova, dall’Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Bologna e a Venezia, dalla Emily Harvey Foundation.
Questo è stato possibile soprattutto grazie a donazioni fatte da amici entusiasti dell’opera di Brodskij e da alcune fondazioni quali il Trust for Mutual Understanding e la Fondazione Prokhorov.
Recentemente abbiamo iniziato ad avere il supporto di generazioni più giovani – amanti delle lettere e delle arti russe  - che sono attirate da una visione cosmopolita della cultura.
Siamo molto grati ai nostri amici, vecchi e nuovi, di averci aiutato a rinnovare e alimentare  un’idea, che riteniamo di grande importanza per la cultura. 
Sono tante le persone che vorrei ringraziare personalmente; Evgenij Solonovic, Claudia Scandura e soprattutto Piera Mattei, direttrice della casa editrice Gattomerlino, che ha subito creduto in questo bellissimo progetto.
Che la casa editrice dei poeti della Fondazione Brodskij porti il nome di un gatto, è un puro caso – ma forse non proprio.  Chiunque conoscesse Iosif Brodskij, sapeva anche della sua passione per i gatti – quanti gatti sono stati disegnati da lui come dediche ad amici!  A me sembra davvero un buon augurio.


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