Mercoledì 13 aprile. Credo che da oggi la mia presenza su Lucreziana 2008 sarà
più assidua. Questo corrisponderà a una diversa divisione del mio tempo.
Ho infatti interrotto la mia presenza su Facebook.
Facebook mi avrebbe obbligato a rinunciare a quanto è
essenziale per me, cioè avrebbe voluto che io rinunciassi a essere presente
come Gattomerlino edizioni. Esige una presenza anagrafica e l'invio di un documento d'identità. Ma io non voglio raccontare su Facebook di me, voglio
solo definire i contorni culturali della mia attività come editore, come
Gattomerlino, appunto.
Per l’accesso a uno spazio di cultura, normalmente – e dico
scaramanticamente “fino a oggi” – nessun documento d’identità è richiesto. Solo
i delegati dai centri di potere richiedono e possono richiedere fotocopia del
tuo ID. Solo dove avviene una importante transazione economica, un passaggio
considerevole di beni da uno ad altro soggetto è richiesta la fotocopia di un
documento d’identità.
Ne deduco che Facebook che impone di inviarlo, non può
essere frequentato come luogo virtuale d’incontro culturale. Facebook
corrisponde a un centro di potere. Ciò che a Facebook interessa è stenderti sulla
sua piattaforma, a Facebook interessa catalogarti, influenzarti, infine
plasmarti.
Grazie, Facebook, credo che farò a meno di te. Anche perché
mi avanzerà così una quantità di tempo. Tu infatti, nonostante le resistenze
che si pensa di saper opporre, hai alla fine un effetto drogante e richiedi a chi ti frequenta molto tempo, tu succhi creatività. Rimpiango le bellissime foto che ho postato e
che hai inghiottito nel gorgo scuro della tua anonima voracità!
Tu per me oggi, Facebook, sei solo un vuoto contenitore. E a questo contenitore chiedo, se sa
rispondere: non sono i contenuti, non ti bastano quelli a definire l’identità
di un frequentatore del tuo spazio?
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