martedì 4 gennaio 2022

Espressività matura nella raccolta d'esordio di Rosaria Ragni Licinio "Interno rosso Marte", Gattomerlino edizioni






TRE POESIE DA "Interno rosso Marte" 

Rinascere sarà domani

e sulla bilancia

una coscienza enorme

per le lancette di Dio;

 

ma ritrovare oggi il passo,

il piede affossato

in un tempo e lo sguardo

come un binocolo,

 

è volare lontano,

è restare presente.

 

 

 

 

Ho allacciato le scarpe

senza spezzare le ossa

cumulo di cellule indurite.

 

Sono nata quando

ho toccato le stelle e

il serpente

 

ora nell’uovo già schiuso 

riconosco lo stordimento

di essere al mondo.

 

 

 

 

Quarantadue anni,

l’elmo sulla testa,

i pensieri compressi

ma mi tace la guerra. 

 

Nel mese di marzo

dico solo quello che vedo:

l’odore del sale,

la tua finestra e

i pesci d’oro, fuori corrente.

 

So benissimo che si muore

solamente d’estate

coi capelli baciati dal sole

e l’arsura che parla,

 

ma qualcosa mi brucia

anche il cuore,

qualcosa qui accende

un mare 

di memoria e di zinco.


 

La raccolta d’esordio di Rosaria Ragni Licinio si pone come una coraggiosa opera di spoliazione e disvelamento dei vissuti, in cui viene rigettato il cliché della poesia consolatoria o lirica, giungendo a un’espressività matura, a tratti cruda, cupa, sporca.(dalla nota critica di Mara Venuto)

 

 

 

 

In quest’opera prima di Rosaria Ragni Licinio, tutta la poesia è forza concentrica ed espressione di materia nervosa. Infatti se da un lato i versi tendono a riorganizzare la memoria generatrice con lo scopo di “far quadrare” la realtà attraverso fotogrammi precisi, dall’altro una coscienza meditativa offre al lettore un’ampia gamma di riflessioni sulla vita e sulla morte. (dalla nota critica di Antonio Bux)

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