IO, L'ORGOGLIOSA PRETESA
COSA SIGNIFICA?
Nella II sezione "Io, ha senso?" compare l'interrogativo
sulla consistenza del pronome di prima persona. Questo interrogativo scaturisce
direttamente ed emotivamente da un fastidio forte per chi, non contento di
esprimersi in chiave lirica, sottolinea il protagonismo dell'io.
Si prova a dare un significato alla consistenza materiale,
alla forza intellettuale e decisionale di quella determinata quantità di carne sangue e ossa che chiamo IO, alla sua
posizione e "consistenza" nello Spazio.
Lo Spazio tornerà come concetto che occuperà un'altra
sezione del libro, ma già qui è necessariamente presente, come entità nella
quale compio i miei minuscoli movimenti, insignificanti rispetto ai movimenti infinitamente
più rapidi anche se inavvertibili del sistema solare, della Galassia e del
cosmo. Spazio come ciò che sempre resta, Spazio come sovrana entità contesa da
alcuni miliardi di individui che vogliono appunto occupare Spazio. "Io"
come minuscola entità necessariamente sostanzialmente passiva, sottoposta
all'usura del tempo, alle leggi della fisica.
In"Calendario",
un ciondolo dato in regalo porta a interrogarsi sul tempo che rimane e sui
cambiamenti che intanto assume il corpo.
CALENDARIO
Ricevo in dono un ciondolo
e della circolare geometria trovo il diametro:
tre centimetri
su questa circonferenza
che moltiplica quel raggio piccolissimo per un numero
infinito
leggo un calendario che copre cinquant’anni
2010-2060
gira il cerchietto e poni
il mese sopra l’anno
Ecco: mi hanno regalato la misura
di un tempo che in
buona parte non vedrò
né vivrò
è proprio come so di date
numerosissime
nelle quali il
progetto della mia vita
ancora non c'era
date identiche a quelle di questo marzo 2019
mi dice il calendario
torneranno nel 2047
già tardi
già molto tardi per me
e mi serve oggi saperlo?
Quello che conta oggi
è di tenere salde le caviglie
dentro le nuove scarpe
di pelle azzurra
sui sampietrini disconnessi
conta
sentire gli abiti
a ricoprire appena la pelle
i vestiti che amavi, gli stessi,
invecchiati li ami ancora
La verità però è un’altra: vorresti
apparire ancora desiderabile
ed è vietato
con la colazione al mattino
hai ingoiato il fiele delle notti
eppure ti piace ancora
raggomitolata
sotto il lenzuolo aspirare
l’odore che emanano i tuoi seni
e le tue braccia
infine ancora ami
l’abbaglio del tuo stesso biancore
Sullo stesso tema e sulla dicotomia tra le due parti non
sovrapponibili, non identiche dell'aspetto esteriore come del carattere
dell'autrice è "Lo specchio è tuo gentile amico"
"Analisi
cliniche" è riflessione su quanti altri rinnovano la vita negli spazi
intorno, prima accolti con commossa meraviglia, quindi sentiti anche loro come
pesci in uno stesso affollato acquario.
In questa sezione compaiono altre due poesie in cui c'è una
deroga all'uso del presente "Sono
io" un'immagine che appare al presente, un'apparizione che mi rimanda
a un'immagine di me del passato, dell'infanzia e "Qualcuno dirà di me", dove prefiguro, usando quindi il tempo futuro
dei verbi, pochi e superficiali commenti su di me, alla mia morte.
E qui devo sottolineare che il motivo portante di questo
libro è quello dell'insignificanza dell'individuo nello Spazio, realtà totale,
anzi totalità incomprensibile.
Nello Spazio
l'individuo umano si confonde con gli oggetti inanimati, che, per quanto ti
siano accanto o, come nel caso dei vestiti sulla viva pelle, vivono in sé.
L'individuo umano, leopardianamente
(Dialogo della Natura e di un Islandese) è del tutto ignorato dalla
natura che vive in sé, che fa poco conto dei disastri umani che sono disastri
per la specie uomo, non per la Natura.
Domina in tutta la
raccolta l'idea di Spazio come totalità , indicibile tuttavia, quanto
incomprensibile nel senso letterale del termine.
Lo stile vuole essere semplice, privo di abbellimenti. Ciò
che per me fa di questi versi poesia è l'idea sottintesa, non pronunciata, perciò
metaforica, mentre si pronunciano azioni semplici e quotidiane: fare ordine,
stiracchiarsi, contare
*****
Nella parte III, Scrivendone s'attenua ha come tema l'ansia, l'attesa come tempo vuoto,
la difficoltà nel rapporto umano, la paura di precipitare in un atteggiamento
di chiusura(Ho pronunciato l'alt),
di compiere verso l'altro il gesto sbagliato o di non essere in grado di
compiere il gesto che aiuta, la paura dell'inerzia mentale (L'Assedio). Questa è anche la sezione
dove mi permetto, nella sezione Scontento
di scaricare il mio fastidio.
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