Da "La quinta ruota di scorta" di Kalju Kruusa
Traduzione di Maarja Kangro e Piera Mattei
con
moto
eppur si muove
facendo
ginnastica al mattino
piegandomi
estendendomi flettendo le gambe
scuoto
nel frattempo i tetti fuori della finestra
e
muovo le nuvole e il sole
afferro
il tetrapak del succo
e
lo agito prima di aprirlo
al
tempo stesso quello mi scuote la mano
come
fanno salutandosi i visi pallidi
e
mi agita notevolmente
e
mi toccano le particelle di luce
che
dalla finestra cadono su di me
e
anche le nuvole
mi
muovono
ah
una delle qualità
più
salde dell’universo
è di essere
con-movente
***
decidemmo
di avere il tè pronto nella teiera
per
potercelo godere dopo il bagno
tu
ti avviasti al mare
io
rimasi in cucina a preparare il tè
mischiai
con un cucchiaio d’alluminio la polvere di tè nella teiera
per
ricavarne tutto lo spettro dei sapori
e
dalla finestra ti vidi
barcollare
un po’ goffamente tra i sassi
scendere
in acqua nella luce occidentale
delle
nove di sera che scendeva
staccandosi
dal sole giallo e caldo e sulle tue spalle si spezzava
rimasi
a guardarti
senza
che tu lo sapessi
a
meno che tu non percepisca il mio sguardo con il sedere
come
un getto caldo
mi
voltasti le spalle, erano chiare
l’acqua
era abbastanza chiara
non
c’era niente da chiarire
nell’acqua
risplendevano ciocche di alghe e curve di sassi
provai
a sentire con te, in anticipo, se il mare fosse caldo o fresco
giudicando
dal vento del nord ovest era calduccio
dall’ora
ormai tarda freschino
l’unico
modo di intuirlo fu dal portamento del tuo corpo
scendevi
lentamente nell’acqua sempre più alta
sentii
un dolore bruciante
sulle
dita
che
mi fece cadere di mano il cucchiaio
*
* *
ah cosa ci sarebbe di
meglio
che fare qualcosa
insieme
sentirlo provarlo
insieme
ah che andare insieme
dove
una volta si andava da
soli
e trasferire
all’altro, liberandosene,
ciò che si è portato
con inquietudine in sé
ah che montare in
sella
così leggeri con il
fruscio delle gomme
tra e sopra e in mezzo
alle foglie autunnali
variopinte
le pozzanghere piatte
e le castagne, sempre in due
al
volo tra le bacche del rialto
scivolando e
serpeggiando in avanti
cosa meglio che
sentire la vicinanza l’uno dell’altra
del pedalare respirare
tacere
ah che guardarsi l’un
l’altra e ridere
come volendo spingere
oltre il sentimento importante molto importante
che è proprio quello
sapendo che è davvero
quello
tanto è evidente per
tutti e due
è proprio quello
il
linguaggio è un paio di pantaloni
a volte così stretto
che è difficile
camminare
a volte ampio
i calzoni si
trascinano
e ostacolano il
cammino
fanno inciampare
quando i calzoni
vanno bene
ti calzano
come un guanto
ogni tanto
li tengono a posto le
bretelle
ogni tanto pare
che i pantaloni da
soli
muovano le gambe
che l’uomo cammini
grazie ai pantaloni
mah, che pantaloni
preziosi
LA FINESTRA È
APPANNATA
dimenticai l’acqua sul
fuoco
la finestra cominciò a
sudare
per scherzo scrissi
col dito sul vetro
LA FINESTRA È
APPANNATA
e quando un’altra
volta
cominciò a sudare di
nuovo
apparve la stessa
scritta
LA FINESTRA È
APPANNATA
chiaro la punta del
dito
con cui avevo scritto
era un po’ unta
e così ogni volta
che la finestra si
appanna
appare anche la
scritta
LA FINESTRA È
APPANNATA
la finestra non è una
chiacchierona
scrive solo
l’essenziale
quando c’è bisogno
in altre circostanze
la scritta
LA FINESTRA È
APPANNATA
non avrebbe
dimostrazione
perché non avrebbe
senso
è praticamente
solo sulla scritta
che la finestra non è
appannata
e così a causa della
scritta
la finestra non può
essere tutta appannata
è un’inezia per una
finestra come quella
ma un gigantesco
dilemma per un saccente sofista
L’ARMADIO DI CUCINA della
mamma
è un nido dada
ma sei
un’avanguardista mamma
le ho chiesto
ma che dici
mi ha risposto
comunque l’ho visto
in ogni scatola delle
erbe
nelle scatole di
cartone
la mamma ha messo le
erbe da infusione
sulle scatole
ci sono delle scritte
su una scatola
c’è scritto
PIANTAGGINE
e dentro ci sono
ortiche
su una scatola
c’è scritto
ORTICHE
e dentro ci sono fiori
di tiglio
su una scatola
c’è scritto
FIORI DI TIGLIO
e dentro c’è la
camomilla
su una scatola
c’è scritto
CAMOMILLA
e dentro non c’è
niente
ci sono scatole
sulle quali
non c’è scritto niente
e dentro c’è qualcosa
però in un angolo
distante c’è
anche una scatola
originale
del KAKAO
e dentro c’è cacao
il
fazzoletto
la nonna portava
sempre sulla testa il fazzoletto
con il freddo e con il
caldo
dentro e fuori
nei giorni feriali e
alle feste
dissi alla nonna
perché ti metti sempre
il fazzoletto
stai un po’ anche
senza
potrebbe essere
interessante
lei rispose
no non posso
ho i capelli
spettinati
è meglio portare il
fazzoletto
poi un giorno la vidi
tornata dalla sauna
pettinarsi davanti
allo specchio da tavolo
senza il fazzoletto
le dissi
quando ti sarai
pettinata
potresti anche restare
un po’ senza
ribattè
devo comunque
metterlo
altrimenti i capelli
si spettinano
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