Ai Dialoghi partecipano, in questo fine novembre 2008, scrittori, critici, letterati e traduttori dei due paesi. La letteratura è un universo che rispecchia realtà diverse che conducono "a un'apertura verso più verità date e verso più verità possibili (Ferroni-Lezione d'apertura)".
Niente di più evidente, in una terra di differenze e conflitti che non potranno risolversi se non nel riconoscimento della reciproca alterità e nel rispetto di quanto quell' alterità rappresenta. Tuttavia la particolare situazione della letteratura in Israele diventa emblematica del ruolo della letteratura, sempre, nei confronti dei dogmatismi e delle verità assolute.
Ogni autore "pensante" ( si sarebbe detto in altri tempi "impegnato" ma da molto tempo il termine è caduto in disgrazia), mediante la pubblicazione, si assume la responsabilità di rendere accessibile ad altri il suo pensiero, con l'implicita certezza di enunciare "una" diversa verità, o almeno un senso altrimenti nascosto o celato di quella. S'impegna inoltre a sollecitare, in ogni suo lettore, il consenso su "quel" pensiero che aveva chiesto di essere espresso, quasi lui stesso ne fosse non il creatore ma, l'inventore (in senso etimologico) e il diffusore.
L'assunzione di verità assolute, dogmatiche, è d'ostacolo a questo processo d'invenzione e ricerca, sia che la sua realizzazione avvenga attraverso l'arte che con i metodi della scienza.
Rispetto al Bello e al Vero (alla BellezzaVerità), a livelli diversi, l'adeguamento acritico a modelli imperanti, la delega a chi si assume la responsabilità di interpretare per tutti gli altri la verità – chiese di varia natura – porta al sonno della creatività, della ricerca.
Piera Mattei
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