Il 3 ottobre 2018 Gattomerlino Spazio ha riaperto, con l'entusiasmo di un pubblico folto e commosso per la prima presentazione del libro "Mia Madre era..." Gattomerlino 2018.
Franco Ferrarotti e Elio Pecora lo hanno presentato con profondità e acutezza:
–Ferrarotti soffermandosi sul significato dell'imperfetto del titolo, peculiarità della nostra lingua, che indica un perdurare e una continuità dal passato al presente, quindi un passato che non si è concluso, con la presenza della madre ancora viva anche dopo la sua scomparsa;
–Pecora notando che la sguardo delle figlie potrebbe definitivamente liberare l'immagine materna da quella retorica e da quella possessività strumentalizzante in cui la narrazione dei figli l'ha da sempre imprigionata, quasi che la madre non abbia diritto a essere riconosciuta come donna nella sua complessità di persona.
Le due curatrici Rita Laganà e Terry Olivi hanno spiegato la nascita lunga e complessa del progetto, tra testimonianze scritte, scrittura collettiva e interviste, raccolte attraverso una fitta rete di relazioni. durante tre anni.
Giulia Perroni ha letto con partecipazione tre poesie e tre brani narrativi, scelti dal libro:
a cominciare da un breve ricordo di Nano Campeggi, attraverso la figura della madre, nel racconto della moglie Elena, passando quindi alla lettura di poesie di Lina Sergi, Luciana Raggi e sue. Quindi ancora una prosa di Silvana Baroni, per chiudere su un vivace racconto di Mariella De Santis, che in singolo evento, divenuto leggendario in famiglia, compendia il carattere "invincibile" della ragazzina sua futura madre.
Piera Mattei ha introdotto esponendo i motivi che l'hanno convinta alla pubblicazione del libro.
Un inizio veramente felice per l'attività di Gattomerlino Spazio.
Dopo un dialogo con il pubblico, la serata si è conclusa con un brindisi e con la degustazione di biscotti la cui ricetta è contemporanea delle madri di cui il libro racconta.
le foto qui pubblicate sono di Amalia Romano
Franco Ferrarotti e Elio Pecora lo hanno presentato con profondità e acutezza:
–Ferrarotti soffermandosi sul significato dell'imperfetto del titolo, peculiarità della nostra lingua, che indica un perdurare e una continuità dal passato al presente, quindi un passato che non si è concluso, con la presenza della madre ancora viva anche dopo la sua scomparsa;
–Pecora notando che la sguardo delle figlie potrebbe definitivamente liberare l'immagine materna da quella retorica e da quella possessività strumentalizzante in cui la narrazione dei figli l'ha da sempre imprigionata, quasi che la madre non abbia diritto a essere riconosciuta come donna nella sua complessità di persona.
Le due curatrici Rita Laganà e Terry Olivi hanno spiegato la nascita lunga e complessa del progetto, tra testimonianze scritte, scrittura collettiva e interviste, raccolte attraverso una fitta rete di relazioni. durante tre anni.
Giulia Perroni ha letto con partecipazione tre poesie e tre brani narrativi, scelti dal libro:
a cominciare da un breve ricordo di Nano Campeggi, attraverso la figura della madre, nel racconto della moglie Elena, passando quindi alla lettura di poesie di Lina Sergi, Luciana Raggi e sue. Quindi ancora una prosa di Silvana Baroni, per chiudere su un vivace racconto di Mariella De Santis, che in singolo evento, divenuto leggendario in famiglia, compendia il carattere "invincibile" della ragazzina sua futura madre.
Piera Mattei ha introdotto esponendo i motivi che l'hanno convinta alla pubblicazione del libro.
Un inizio veramente felice per l'attività di Gattomerlino Spazio.
Dopo un dialogo con il pubblico, la serata si è conclusa con un brindisi e con la degustazione di biscotti la cui ricetta è contemporanea delle madri di cui il libro racconta.