Si conclude in questi ultimi mesi del 2021 il secondo centenario della morte di John Keats. Ho pensando di celebrarlo con la traduzione in italiano di una bella poesia spagnola tratta dal volume "Septimontium - Un canto a Roma" di Ray Benzal Martinez, che mi giunge appunto, molto gradito, dalla Spagna.
La poesia si apre con un esergo tratto dalla poesia scritta da Shelley in morte di Keats. Quindi chi parla qui è lo stesso poeta romantico giunto a Roma nella speranza di guarigione.
Nell'ultima strofa Ray Benzal Martinez torna a firmare la poesia in prima persona, ritraendosi come turista che lentamente s'immerge in quella cornice consacrata alla poesia e al ricordo.
Cerca riparo all’ombra della tomba.
Perché temere di diventare ciò che Adonais è già?
(P. B. Shelley)
Novembre.
Scendo alla stazione,
nel bagagliaio pochi indumenti
e una cartella piena di fogli,
A volte fatico a comprendere
– Dipende se lo whisky della sera
era forte o allungato
Che caldo! il mio vestito di tweed
è diventato pesante.
sono lontani la brezza sul ponte del ferry
e la vista di pastori sui fianchi
di sterile muschio a Mull.
Dicono i medici che il clima mediterraneo
mi aiuterà
Che crudele ironia: io volevo diventare medico!
È passato il milleottocento diciannove...
annus mirabilis.
Le ruote sul fango trasportano la mia nuova casa,
Come si muove rapidamente la gente!
Mi manca l’usignolo,
quelle sere perdute sotto il prugno!
E sono qui. La mia camera un letto
un tavolo, un bacile con acqua avanzata
sopra uno sgabello zoppo.
Dalla mia finestra desidero uscire all’aria
a giocare con i ragazzini sulla piazza,
legare l’asino, e ridere,
ridere mentre la fontana mi bagna.
Dalla mia finestra, punto di fuga
dei miei crostini con acciughe,
sto sanguinando... I fish and chips
non sono arrivati a Roma.
Mi hanno negato persino l’oppio!
Vorrei più tempo.... Sono
un riflesso si queste colonne.
Dalla mia finestra,
oh, Fanny, sei tu il mio ricordo,
dalla mia finestra!
Oggi sarà l’ultimo giorno. Vivo
in prestito, libro postumo
prima della pubblicazione
(doveva essere dicembre).
E piove,
E la mia vita si assimila all’acqua
sulla quale voglio che resti il mio nome,
e andarmene così,
come se dormissi ancora
dentro queste statue.
Con la mia giacca aperta,
scendo a piccoli salti la scalinata
(fotogramma di Gregory Peck che tengo di fronte al letto).
Compro un gelato da Giolitti,
mi siedo sulla barcaccia.
Guardo indietro
Piazza di Spagna
ventisei
da Ray Benzal Martinez “Septimontium – Un canto a Roma”– Circulo rojo 2020