venerdì 18 settembre 2009

Tempera (L'Aquila), oggi – Intervista a Marco Iovenitti, di Piera Mattei

Marco Iovenitti è lo studente di dottorato in fisica, presso l'Università "La Sapienza" di Roma, nato e residente in un piccolo borgo presso l'Aquila, Tempera, epicentro del sisma dello scorso sei aprile, a cui abbiamo dato voce da allora su Lucreziana 2008. A lui abbiamo rivolto alcune domande.

–Sui giornali, tra le foto che accompagnavano gli articoli sulla consegna delle prime case agli sfollati del terremoto, ho visto uno striscione di Tempera.
Qual è oggi la situazione del tuo paese?

Per quello che riguarda il mio paese, per adesso si vive ancora in tenda. La situazione non è ancora cambiata dal vostro ultimo viaggio qui a Tempera.
Alcune famiglie hanno iniziato a trasferirsi in appartamenti in affitto cercando di rimanere nell’aquilano, non optando per il progetto C.A.S.E. ma scegliendo il contributo di autonoma sistemazione o affitto.

–Su Lucreziana abbiamo pubblicato le terribili immagini del paese atterrato: sono state rimosse le macerie del piccolo centro storico?
Le macerie sono ancora tutte al loro posto: togliere le macerie sarà un lavoro molto lungo in quanto ci sono zone dove c’è amianto e le pietre che dovranno essere riutilizzate per la ricostruzione/restauro dei monumenti.
Per L’Aquila e provincia quello delle macerie sarà un nodo molto difficile da slegare. Sembrava che avessero scelto il sito di stoccaggio per le macerie, ma poi è stato tutto bloccato…

–C'è in concreto un progetto di ricostruzione del vecchio paese?
Il progetto C.A.S.E. del governo è attivo anche in un sito nel mio paese. Stanno ultimando i lavori e tra fine ottobre ed i primi di dicembre, mi sembra, entreranno per prime le famiglie con un minimo di 3 componenti e poi a seguire.
Per i nuclei familiari di 1 o 2 persone sono stati destinati i M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori), una sorta di casetta di legno abbastanza grande con servizi e cucina (credo che sul sito della protezione civile ci siano).
Poichè io avevo la mia residenza in una casa a L’Aquila, che ora è di categoria E (edificio gravemente danneggiato o da abbattere), credo che andrò nelle M.A.P.

–Vuoi dirmi quindi che di restauro del paese non si parla, al momento. A Tempera alcune, poche famiglie, come ad esempio la tua sono presto tornate ad abitare la casa che non ha subito danni strutturali. Quante famiglie si calcola abitino oggi il paese? Che vita si vive da voi?
Le famiglie che abitano in paese, nelle proprie case, come la nostra, sono davvero poche. Una stima, sottolineo una STIMA, è intorno alle 50 famiglie. La maggior parte delle persone vive ancora in tenda oppure in autonoma sistemazione, ma lontano dal paese. Altri compaesani, infine, sono ancora alloggiati negli hotel della costa.
Che vita si vive qui a Tempera? Onestamente non saprei che dire… si cerca la quotidianità, una nuova quotidianità, quando in realtà di quotidianità è difficile parlare.
Un problema serio è quello del lavoro. Bisogna cercare di far ripartire un po' la nostra economia, con tutte quelle piccole e medie aziende che operano qui a L’Aquila e che sono anche all’avanguardia a livello tecnologico, come Finteckna.

–Oltre ai danni alle costruzioni, oltre ai morti che purtroppo avete contato numerosi, anche la sorgente del vostro fiume, il Vera, aveva subito spostamenti. Qual è oggi la situazione idrologica della zona? Infine avvertite altre scosse?
Scosse se ne avvertono ancora…basta collegarsi al sito di INGV e vedere che ancora si registra una attività superiore a M>2….quindi non solo “noise”!
Non si avvertono più con l’insistenza e la forza dei mesi precedenti e poi in realtà ora ci si fa caso di meno, ma se si è da soli a casa o sul letto la sera…Beh, si sentono molto bene!! L’ultima ieri sera è stata ben avvertita da mia madre!
Per quanto riguarda il fiume Vera, non saprei dirle in modo dettagliato. Ho fatto un sopralluogo qualche settimana fa verso le sorgenti e di acqua ce n’era, come al solito.
Comunque mi sono messo in contatto, circa 5 giorni fa, con un geologo dell’università dell’Aquila per chiedergli di farmi avere i dati del sottosuolo di Tempera e dintorni.
Sono in attesa di ricevere questi dati.

–Dopo l'estate come immaginate la ripresa della vita lavorativa? È di fatto possibile organizzare la vostre proprie forze ai fini della ripresa di una vita normale?
Come le accennavo nella precedente risposta, quello del lavoro è un problema abbastanza complesso. Chi lavora nel pubblico, se gli edifici non sono stati danneggiati o sono stati prontamente riparati, ha ripreso regolarmente le proprie attività.
Chi invece lavorava in proprio, e soprattutto nel centro dell’Aquila, non vede ancora la possibilità di riaprire oppure ci si “inventa” delle sistemazioni/location diverse: molti pub e bar del centro dell’Aquila hanno riaperto in periferia (in via della Croce Rossa, sotto lo stadio comunale per intenderci) o nelle zone dove è stato possibile trovare locali in affitto o in strutture di legno realizzate a proprie spese.
Il problema è che qui già inizia a far freddo la sera, qualche giorno fa eravamo a 4 gradi…
PARLARE DI VITA NORMALE, ONESTAMENTE, È DAVVERO MOLTO DIFFICILE!
Ultima cosa che le volevo dire: non so se ricorda il mio caro amico, Dario Ciuffini (25 anni), che è morto quella maledetta notte… lui, cremato per sua volontà, era stato sepolto nel cimitero di Chieti.
Ora, grazie a noi ragazzi di Tempera, tutti amici di Dario, siamo riusciti a farlo riportare qui a Tempera. Domani alle 15 sarà di nuovo tra noi…sarà detta una messa in suo onore e l’urna sarà posta nel nostro cimitero, a TEMPERA.

Infine le volevo confessare che il dolore per tutti i miei amici, compagni di liceo, di università e di arrampicata, che sono morti quella notte, è ancora forte…
La settimana scorsa ero solo in macchina: tornavo dalle Dolomiti dove sono stato ad arrampicare e, durante il viaggio di ritorno, ascoltando una canzone di Vasco Rossi che sentivo sempre con il mio amico Armando, anche lui morto… guidavo e piangevo.