PRESENTAZIONE A GATTOMERLINO SPAZIO
Borgo Vittorio 95–Roma
16 febbraio 2020
16 febbraio 2020
Questa non è solo una
presentazione, è anche una piccola celebrazione.
Infatti questo è il decimo volumetto che il prof Ferrarotti
pubblica con noi ed è anche il decimo anno delle edizioni Gattomerlino.
Pertanto per chi, come me, crede in un meraviglioso potere dei numeri, questa
ricorrenza va festeggiata.
Anzitutto con la presenza del prof tra noi.
Poi con la presenza e
il contributo di Lina Lo Giudice Sergi, amica di entrambi, e del Prof
Ferrarotti anche ex-allieva, eccellente allieva nello stuolo di centinaia di ex
allievi che la città di Roma potrebbe contare.
Il modo che da
editrice adotterò per questa presentazione è tornare a ricordare come ogni
singolo libretto sia nato e vorrei che chiunque avesse desiderio di acquistarne
uno avesse due altri titoli in dono, a sua scelta.
Dunque come questo rapporto ha avuto inizio è narrato
nell'introduzione a Dicembre 1947.
All'inizio dell'estate 2011 ho ricevuto dal suo
autore questo piccolo tesoro custodito negli anni: la fotocopia di una copia a
carta carbone di alcune poesie. Sulla prima pagina il titolo, Quaderno Inglese, e l'indice. Poi, in alto a destra, tracciata a
penna, come chi a distanza di anni cercasse di fissare esattamente nel tempo
quei fogli, una data: dicembre 1947.
Dunque l'autore mi affidava quel manoscritto, ma univa a quel gesto la perentoria e contraddittoria richiesta di pubblicarlo anonimo. Questa la sfida: la raccolta doveva mostrare il suo valore umano, storico, poetico a prescindere dall'attrattiva del nome del suo autore. E il dattiloscritto, ricopiato in caratteri nitidi nelle pagine a destra, sarebbe rimasto a fronte, offrendo la base materica per un dialogo illustrativo.
Dunque l'autore mi affidava quel manoscritto, ma univa a quel gesto la perentoria e contraddittoria richiesta di pubblicarlo anonimo. Questa la sfida: la raccolta doveva mostrare il suo valore umano, storico, poetico a prescindere dall'attrattiva del nome del suo autore. E il dattiloscritto, ricopiato in caratteri nitidi nelle pagine a destra, sarebbe rimasto a fronte, offrendo la base materica per un dialogo illustrativo.
Questo primo libretto e il secondo vennero dunque attribuiti
a un Anonimo scienziato e questo in realtà mi permise, anzi mi obbligò a delle
introduzioni che feci con molto piacere.
Come opera dell' Anonimo scienziato uscì anche un libretto di terzine di
tema erotico che accompagnai con miei acquarelli. Successivamente quando, a
cominciare da "1951:Oltre l'Oceano" , i libretti uscirono a nome di
Franco Ferrarotti, pensai che essendo lui una personalità più che nota, famosa
nella nostra cultura, non sarebbe più stato utile, o opportuno aggiungere alle
sue parole il mio intervento critico.
Uscì poi "La
colazione del pellicano". Mi divertono molto tutte le copertine e i titoli
di questi libretti. Molte poesie di questo quarto libro, e terza raccolta di
poesie, sono ambientate in America. America che ha avuto molta importanza nella
vita di Franco Ferrarotti. Lì era nata la moglie di Franco Ferrarotti per
quanto come tanti americani, con radici in Europa, l'America per anni ha
accolto lelezioni del nostro grande sociologo e dove ancora lui possiede,
credo, una casa sul Golfo del Messico. In America è stata scattata l'ironica foto
di copertina.
Poi avvenne nella
vita di Franco Ferrarotti un fatto grave, luttuoso. Ferrarotti perse la donna che
gli era stata vicina dalla giovinezza, appunto da quel primo viaggio americano,
sessanta e più anni di matrimonio, i figli.
Dal silenzio del suo
lutto Ferrarotti mi parlò con un pacco di poesie scritte a mano, nella sua
aguzza grafia affidata alla stilografica. Poesie che celebrano il lutto,
decantano il dolore. Quella volta come già per la prima raccolta le trasportai
sul computer lasciando però la foto della scrittura originale a mano, a fronte.
Pubblicammo quel libro fuori collana.
Ma altri inediti di poesia
arrivarono non molto dopo. Allora pensai che avremmo potuto fare un compendio
di quanto era già uscito, aggiungere le nuove arrivate, e affrontare un dialogo
sul significato della poesia. Nacque così "Dialogo sulla poesia", che
ha avuto un'accoglienza più che buona, e ha dato origine a una bella intervista
al suo autore su il Venerdì di Repubblica.
Di lì a poco Ferrarotti m'inviava tuttavia altri scritti teorici
"Le ragioni della poesia nella società irretita" e, a scadenze non
troppo ravvicinate, altri gruppi di liriche , che abbiamo pubblicato con i
titoli "Per moto naturale " e "Ipermnesia".
Ecco, direi che la
scadenza ritmica di queste offerte che mi vengono da Ferrarotti hanno un moto
naturale. Sono una pulsazione cardiaca, un buon ritmo di pulsazione, e, quanto
a me, sono contenta e fiera di accogliere questo battito nelle pagine di un
piccolo libro.
Ultimo tra tutti, il libro decimo, queste prose
autobiografiche che nel titolo e all'interno portano la dedica a un cugino, un
precettore, si direbbe alla vecchia maniera, Leopoldo, un pedagogo che è probabilmente
il vero responsabile dell'affinamento di quello strumento che Ferrarotti
possiede in maniera straordinaria, la sua memoria.
Diceva Dante :
non fa scienza senza lo ritener l'avere appreso.
Ecco dunque cosa contribuisce a rendere unico questo grande
scienziato, la memoria inossidabile della vita sua e della cultura italiana
della seconda metà del Novecento e attuale.
Per concludere dirò che il 7 aprile, alla Biblioteca del
Senato, ci sarà la presentazione dell'opera Omnia di Franco Ferrarotti ,
un'opera di più di 6 mila pagine, in sei grossi volumi. Ed è importante che
questa opera ci sia, è importante che ci sia la solenne celebrazione di una
mente tra le più brillanti e lucide che
l'Italia ha avuto dalla seconda
metà del Novecento a oggi.
I libretti Gattomerlino, giunti alla decima prova hanno un
significato diverso, e accolgono a
piccole dosi, le provocazioni di una mente che certo nessuna Opera Omnia riesce
a comprendere una volta per tutte.