venerdì 22 maggio 2009

“Ascolto. Quale rapporto con la parola?”

Rosa Pierno mi ha inviato delle note d'ascolto ad alcune composizioni del musicista Razzi. Ne ho scelte tre che mi sembra siano prossime alle foto, alle parole che su questa rivista commentano l'evento tragico del terremoto dell'Aquila.
Piera Mattei



Musica N. 5 per violino, viola e violoncello (1970) (*)

Minimo spessore che vibrando s’apre a nuove dimensioni: quelle impossibili da immaginare. L’intensità del suono, pur vibrando, resiste, nello sforzo si acuisce. Pare avanzare e irraggiarsi a ventaglio occupando zone laterali e corde interiori inusitate. Cala e si erge, materia evanescente: di siffatta sostanza s’irrobustisce l’universo. Appena un soffio, un palpitare, un’inconsistenza - foratura - nella durata, celeste materia eppure ventilata, s’apre come bagnata spugna, s’erge come rettile cresta e occupa il plateale ambito. Con lievi passi avanza in siffatte chiare notti, illuminando il nero con stille di polvere sonora. Spento.


OSTINATO 2 per voce su supporto magnetico (1996) (*)
(su testo di Edoardo Sanguineti)

Parole scandiscono il ritmo, marciano, si susseguono senza soluzione di continuità; le lingue roteano sul palato, rullano come tamburi, si ripetono chiudendo il cerchio: “contro” è “sempre contro”. Sillabe si accendono sul proscenio e si spengono prima di raggiungere lo stato di parola. Parole lanciate come strali non sempre colpiscono il bersaglio, mentre tamburi si avvicinano. Spazio coincide con questo apparente offuscamento: distanze che minacciano, ma non pervengono all’obiettivo prefissato. Contro è sempre negazione del tempo. E’ contro il tempo questo brano musicale; è contro la parola “sempre”.


MUSICA PER 2 PIANOFORTI (1983)

Batte, tocca, sotto, a destra, sopra, qui, più in alto, ecco, lo vedo oltre che sentirlo, lo odo oltre che vederlo. Batte e ribatte, rendendomi presente. E’ suono sordo, di intima corda, di rotto sincopare, di piacevole torpore, di godibile sequenza in mirabile occorrenza.

Batte e risponde, tocca e riprende, vibra e si spande, ondeggia e si rapprende; assillante cadenza che torna e ritorna sul medesimo pensiero. Ripetuta sequenza in cui persino il silenzio intrappolatovi ha luminosa evidenza.

Tracce, tacche, punti e sincopati tratti d’intervallati respiri e mani dappertutto e occhi aperti e chiusi, mentre immagino ritrovamenti, vertigini e sommovimenti.

L’ascolto rapisce e nel martellante afflato dell’unione più non scovo alcun acro dissapore. E’ incalzante appressamento, di raccorciata speme, di velocissima rincorsa, un piede dopo l’altro, se mai vi fosse sentiero da percorrere. Presente, poiché raggiunta da sonoro tocco.

(* dal CD “Fausto Razzi: opere 1970/2006”, Lanner Edizioni (P) 2007)


Nota esplicativa sul testo

Il seguente testo è originato dall’ascolto di alcuni brani musicali composti da Fausto Razzi. La sperimentazione del compositore ha innescato a sua volta la sperimentazione della scrittrice che ha inteso definire di volta in volta i concetti di spazio, di luogo, di suono in relazione alle sensazioni e ai pensieri che l’ascolto produceva in lei, nel tentativo di non accettare le consuete definizioni, ma di crearne alcune che sono così strettamente occasionate dalla singolarità dell’ascolto.(R.P.)


Nota bio-bibliografica di Rosa Pierno

Rosa Pierno
è nata a Napoli nel 1959 e ivi laureata in Architettura, vive a Roma. Ha pubblicato i libri: “Corpi” (1991), “Buio e Blu” (1993), “Didascalie su Baruchello”( 1994),“Interni d’autore”(1995), “Musicale”(1999), “Arte da camera”( 2004), “Trasversale” (2006), “Coppie improbabili”(2007).
Dal 1993 collabora come redattrice alla rivista di ricerca letteraria “Anterem” diretta da Flavio Ermini, Verona. Cura la rubrica “Tangenze” sulla rivista d’arte “Il Libretto”, diretta da Matteo Bianchi, edizioni Pagine d’arte. E’ presente in numerose riviste, antologie e cataloghi d’arte. Il compositore Fausto Razzi ha utilizzato suoi testi nei lavori Frammento 4 per voce, violino e violoncello (2007) e Del presente stato delle cose per supporto magnetico (2008)



Nota bio-bibliografica di Fausto Razzi
Fausto Razzi (Roma 1932) ha studiato con Goffredo Petrassi.
I suoi lavori sono stati eseguiti nei principali Festivals di musica contemporanea italiani ed europei
Nel 1976 ha fondato il Gruppo recitar cantando per l’esecuzione della letteratura vocale italiana del primo Seicento, realizzando tra l’altro nel 1990 per la Sagra Musicale Umbra la prima esecuzione moderna de La morte d’Orfeo la di Stefano Landi (1619) e per la Nuova Era un CD dedicato ai Dialoghi di Domenico Mazzocchi (1638).
Ha collaborato e collabora con varie riviste di musica e letteratura, tra le quali Ulisse, Quaderni di informatica musicale, Musica/Realtà, Early Music, Rinascita, Avanguardia, Nuova Rivista Musicale Italiana, Anterem.

Tra i lavori strumentali: Musica n. 6 per 6 gruppi di orchestra (1970), Musica n. 9 per orchestra (1977-78), Quartetto II (1980) e Quartetto III (1983) per archi. Si tratta di composizioni nelle quali Razzi ha sviluppato una propria cifra stilistica, rimasta in parte costante fino ad oggi. Dal 1968, infatti, la sua ricerca è proceduta su un duplice binario: quello della musica strumentale e quello della musica elettroacustica, cui il compositore giunge per la prima volta con Progetto per una composizione elettronica degli anni 1971-73.
Nella sua produzione è evidente un grande interesse per il rapporto parola/musica: Die helle Stimme (1962-63), Tre pezzi sacri (1963-64), Improvvisazione III (1967), Frammento (1981, su testi di Pier Paolo Pasolini e Torquato Tasso), A voi che lavorate sulla terra (1982), Che nulla sia dissolto (1983) e Non venga la notte (1984). tutti su testi di Alfonso Gatto. È proprio in questo contesto che avviene l’incontro con la scrittura di Edoardo Sanguineti, nella quale il compositore trova nuovi spunti e motivi di riflessione che lo portano ad un palese interesse per il teatro: le “azioni sceniche” Protocolli (1989-92), Smorfie (1997) e Incastro (2001) riflettono la sua posizione militante nella poetica dell’avanguardia, in accordo con il proprio impegno politico.
Altre notizie su varie Enciclopedie, tra le quali La Musica (Utet) ed il Grove, Dictionary of Music and Musicians.