Sintesi dell'intervento a Più libri più liberi
4 dicembre 2019
di Piera Mattei
Nelle foto, da sinistra a destra: Osvalds Zebris, l'Ambasciatore Aboltina, il traduttore Paolo Pantaleo, Piera Mattei
4 dicembre 2019
di Piera Mattei
Il progetto di questo romanzo
nasce nell'ambito del progetto Noi. Lettonia XX Secolo voluto dalla scrittrice
Gundega Respe, al quale hanno aderito 13
scrittori che intende fare riferimento a documenti storici senza per questo
imbrigliare la fantasia degli autori.
Anzitutto vorrei spiegare
perché la responsabile delle edizioni Gattomerlino è qui a partecipare alla
presentazione del libro di Mimesis edizioni, insieme al traduttore del libro.
Il motivo è che sono stata contattata come
amica e conoscitrice della cultura lettone e di orizzonti della
cultura baltica in generale. Era un riconoscimento all'attività che abbiamo svolto
con incontri sulla poesia lettone, nella splendida Biblioteca Nazionale di Riga
e con traduzioni e pubblicazioni di un grande poeta lettone quale Juris
Kronbergs.
A proposito di nuovi
orizzonti l'interesse della nostra casa editrice, sin dalle primissime
pubblicazioni, si è rivolta a quell'Europa orientale, che rimane per molti
ancora un territorio non ben illuminato
dagli studi curriculari di storia. Una
letteratura certamente giovane, ma proprio per questo con voci originali, con
riferimenti alla formazione di un'identità letteraria recente, ma profondamente sentita.
Veniamo quindi al romanzo. "All'ombra della collina dei galli" può essere letto in molti modi.
Se si ignorano le note a piè
pagina può essere persino letto come un romanzo psicologico o un romanzo a
intreccio. Ma quelle note a piè pagina, che fanno di questo libro un a lettura
polivalente, c'introducono ai personaggi reali e ai luoghi reali dove nel 1905
e l'anno successivo si svolsero eventi storici per la Lettonia. Il 1905
infatti, in Lettonia, propagandosi proprio dalla Russia con l'attacco al palazzo d'inverno a San
Pietroburgo, è l'anno di una violenta rivolta contro il potere zarista. Nell'anno
successivo, nel 1906, in quel Natale 1906 sul quale si apre il racconto, a Riga
tutto appariva già sopito se non dimenticato.
Il racconto si apre sul
rapimento di tre bambini, strappati da un cupo individuo alla giostra. Chi è
quel cupo individuo? Perché compie quell'atto, senza, in apparenza, voler fare
del male ai bambini , o chiedere, come in casi analoghi, un riscatto in cambio
della loro restituzione? La risposta a queste domande comporta un lungo racconto
che si muove dal presente, cioè al 1906, sul quale si apre l'azione, al 1905 al
quale va la ricostruzione dei fatti nella penna del protagonista, ma spazia a
date anche precedenti, con molteplici flash back sul passato, a un'infanzia e a una giovinezza nella quale il carattere del protagonista si forma.
Siamo quindi in un romanzo
storico con sfumatore di giallo, ma, come accennavo all'inizio, anche dentro un
romanzo psicologico. Infatti il romanzo può essere letto anche come la storia
di un doppio, ammirato prima e poi progressivamente , nell'adolescenza e nell'età
adulta, odiato. Il protagonista Rudis ha
infatti un amico, Arvids, ma mentre lui con la sua fattoria vive in basso
l'amico vive in alto, sulla collina dei galli appunto, e quella non è che la
metafora del loro rapporto. Perché Arvids in tutto si dimostra superiore a lui,
anche se protettivo e fraterno. Proprio questa posizione sarà quella che
produrrà un fastidio esistenziale al protagonista, un'invidia che s'insinuerà
in lui come un veleno. La rivolta contro il potere dell'anno 1905 diventa così anche l'occasione di affrontare
l'amico. Ma il protagonista si sdoppia anche nel senso più strettamente clinico
del termine perché, stravolto dal senso di colpa per l'uccisione involontaria
ma gravissima di un bambino, la sua mente si spacca in due, nella malattia
mentale.
Nel quadro storico che si
disegna ha un ruolo importante, fin dalle primissime pagine, il losco
antisemitismo che si basa sulla falsa scoperta dei Protocolli dei savi di Sion,
per cui la scomparsa di tre bambini può essere imputata, da un membro della
polizia, alla comunità ebraica e alla loro consuetudine di riti sanguinari.
Intorno ai due protagonisti si muove un gran numero di comparse. Il bene
e il male non sono mai del tutto da una parte soltanto. I bulli della scuola diventano compagni di lotta, una donna accende la rivalità tra due uomini. I maestri si battono perché non si appanni l'insegnamento della lingua lettone nelle scuole.
Il romanzo riserva nell'intreccio romanzesco anche colpi di scena che non è bene qui rivelare.
Nelle foto, da sinistra a destra: Osvalds Zebris, l'Ambasciatore Aboltina, il traduttore Paolo Pantaleo, Piera Mattei