mercoledì 18 novembre 2009

"I poeti e la città" di Piera Mattei, edito da Il Bisonte, alla Libreria KOOB




Il giorno 12 novembre la libreria Koob – nuova, luminosa, progettuale – situata in via Poletti 2, a Roma, nei pressi del nuovo Museo MAXXI, ha aperto a un pubblico abbastanza numeroso ma soprattutto coinvolto per la presentazione di "I poeti e la città" che ho pubblicato nella collana saggistica di Il Bisonte di Firenze, curata dal poeta Renzo Gherardini.

 

Erano presenti tra gli altri: Paola e Lorenza Mazzetti,Vincenzo Loriga, Laura Levi con un giovane amico praghese, Tiziana Colusso, Gabriella Sica, Salvatore Colella con la sua deliziosa compagna americana, Cesarina Montefoschi, Nicola Poccia, Alessandro Ricci e molti altri. Devo sottolineare inoltre la presentazione dell'evento da parte di Raffaella Di Castro, accurata responsabile degli eventi in libreria, che legge e illustra, con calore e competenza, i libri che presenta, fatto veramente eccezionale di questi tempi.

I presentatori erano gli amici scrittori e critici Luca Benassi, Francesco Costa, Luigi La Rosa, che ringrazio per aver reso l'atmosfera carica di stimoli e di "piacere", quella particolare sensualità che circola in una piccola folla che condivide le stesse passioni culturali. Per tutti e tre loro si è trattato anche di un piccolo successo personale.

 

Pubblico qui alcune foto dell'evento e, di seguito, la riscrittura dell'intervento, insieme affettuoso e ironico, di Luca Benassi, che molto gentilmente mi ha fatto "dono" anche delle pagine scritte.

Nelle foto, al tavolo da sinistra: Luca Benassi, Francesco Costa, Luigi La Rosa, Piera Mattei 



I poeti e la città” (Il Bisonte, Firenze 2009) di Piera Mattei

 

Questo libro, una volta letto, coinvolge il lettore in un problema pratico. È accaduto a chi scrive, il quale, voltata l’ultima pagina, si è accostato agli scaffali gonfi di carta della libreria di casa per trovare una giusta collocazione a “I poeti e la città” (Il Bisonte, Firenze 2009) di Piera Mattei.

Il primo istinto è stato quello di avvicinarsi a quei ripiani che ospitano la poesia. Il libro contiene un elevato numero di testi poetici, per la maggior parte in traduzione della stessa Piera Mattei: si potrebbe cancellare la prosa fino a distillare una piccola antologia di versi dedicati alla città e ai rapporti dei poeti con la città. Ma ciò che maggiormente fa avvicinare il testo alla poesia è quell’aurea poetica che si sostanzia in pagine dal tasso lirico diffiso, e che è l’essenza di Piera Mattei – finissima poetessa – mostrando il suo amore, il vivere visceralmente letteratura e città insieme, attraverso il battito del verso.

Passato il primo istinto, viene in maniera altrettanto naturale di accostarsi a quella sezione della libreria domestica che ospita racconti e romanzi. Emerge, infatti, in queste prose il gusto del racconto, della biografia dettagliata nei particolari, nei tagli di luce, negli aneddoti. Si stagliano così le vite di Pietro Metastasio, Torquato Tasso, Vittorio Alfieri, ma anche Percy Byshe Shelley e John Keats (entrambi sepolti nel cimitero acattolico di Roma, situato in prossimità della Piramide Cestia, che ospita fra l’altro Amelia Rosselli, Dario Bellezza, Edoardo Cacciatore, Gregory Corso, Antonio Gramsci), James Joyce, Rainer Maria Rilke, Walt Whitman per citare alcuni. Si crea, dunque, un romanzo di vite, frammenti di esistenze che si intrecciano con strade, piazze, monasteri, ville, cimiteri, ma anche abitudini, rumori, tradizioni. Nello scorrere le pagine del libro si mostra agl’occhi del lettore un affresco, prevalentemente concentrato su Roma, ma anche Trieste, New York, Madrid, nel quale viene dipinta un’atmosfera letteraria e cultura, nel Seicento e Settecento, a cavallo fra Ottocento e Novecento, epoche così diverse,  vive e palpitanti rispetto a quella odierna.

 Eppure ciò che fa indugiare il lettore presso gli scaffali della prosa, nel cercare di dare una giusta collocazione al libro, è il fatto che “I poeti e la città” narra la storia dell’attraversamento compiuto dall’autrice. Un attraversamento di letture e degli autori amati come delle città, delle vie e dei vicoli, delle piazze, che rivela l’amore per i luoghi, la passione del viaggio. Il viaggio, insegna Piera Mattei, non è solo quello verso altri continenti, alla ricerca dell’India misteriosa o del Tibet, ma anche la scoperta di ciò che è appena sotto casa e si apre all’occhio attento di chi è in ricerca, del vicolo nascosto della città nella quale si abita, della lapide dimenticata che ricorda un poeta o una scrittrice. Piera Mattei entra ed esce dalle vie e dai versi, compie continuamente questo osmotico attraversamento, fa immaginare, a tratti sognare. Racconta dunque, narra di sé, dei poeti, delle città.

Il lettore o la lettrice, svegliatosi dagli istinti verso la poesia e la prosa, non può che avvicinarsi a quegli scaffali dove sono allineati i testi saggistica. Aiuta il fatto che il libro raccoglie saggi pubblicati sulla rivista di poesia Pagine. Aiuta anche una scrittura ricca, dotta, piena di riferimenti, eppure con quella linearità e con quella semplicità che si riesce a trovare solo negli scritti anglosassoni, letti in lingua originale (lingua della quale la Nostra è profonda conoscitrice e traduttrice). 

Quando però il lettore ha già ben sistemato il libro sullo scaffale è colto dal dubbio. Piera Mattei, infatti, non vuole dimostrare nulla, non porta avanti una tesi critica, per così dire; vuole semmai mostrare, affascinare, sedurre, con quella abilità di scrittura, fatta di un’aggettivazione sensuale, una linearità di sintassi ingravidata di una liricità diffusa, che le sono proprie. L’autrice sembra voler divagare, dilatarsi, perdersi per le vie della città e le pagine degli autori, tanto che anche la definizione stringente di saggio data a questo testo finisce per stare stretta.

Insomma, alla fine il libro viene lasciato sulla scrivania, in attesa di un’ispirazione.

Poi un giorno capita di uscire per una passeggiata al centro di Roma, si prende il portafogli, le chiavi, la sciarpa e quasi per istinto si mette nella tasca del cappotto “i poeti e la città”. Perché questo libro non va letto comodamente seduti in poltrona, bisogna assaporarlo per le vie, i vicoli, i parchi delle città. Bisogna seguire Piera Mattei nei suoi attraversamenti e, insieme a lei, seguire i passi dei poeti e delle poetesse, tracce forse evanescenti come le targhe sbiadite dal tempo e coperte d’edera, frammenti come spesso sono frammenti i versi che si imprimono nella memoria. Bisogna, in queste pagine, assaporare epoche, tramonti, amori, passioni, grandi amanti e grandi dolori.

Il libro ha il suo posto, ben messo fra le guide. Ci sono guide dettagliatissime, fitte di date storiche e artisti; ci sono poi quelle guide quasi inutili per conoscere la storia di un luogo, ma indispensabili per poter mangiare, dormire, spostarsi o cercare divertimento in un night. Ci sono poi quelle guide, rare e preziose, che oltre a indicarci percorsi appartati come è sempre la migliore poesia, ci restituiscono la dimensione del viaggio e della scoperta (sia esso di un luogo o di una letteratura, o di tutt’e due come è il nostro caso), ci guidano verso l’emozione, scostano i veli, aprono squarci inattesi. Libri a volte dotti a volte curiosi, che però sempre lasciano in chi legge il battito del cuore, testimoniano di un attraversamento, lasciando il dubbio se siamo noi ad attraversare un luogo oppure, chissà, il contrario. Proprio come avviene con la poesia.

 Luca Benassi