martedì 1 luglio 2014


Ricordo di Maria Luisa Spaziani: una nostra consuetudine di Piera Mattei

Ieri, 30 giugno 2014, ci ha lasciato Maria Luisa Spaziani, personalità di primissimo piano nella poesia italiana.
Certamente la conoscevo già da prima, come tutti nel mondo della poesia e non solo a Roma, ma il nostro rapporto si era approfondito dopo che m'invitò, nel novembre 2007, alla Biblioteca della Camera per dibattere, con Valerio Magrelli e Marco Guzzi, sul tema per me molto affascinante della città.
Dopo quella data ci siamo incontrate spesso, abbiamo spesso parlato di poesia, sempre piacevolmente, e Maria Luisa mi gratificava affermando di amare molto le mie recensioni ai suoi libri.

Tuttavia la voglio ricordare anche al di fuori dei suoi impegni con la poesia, al di fuori dello spazio che nel mondo della poesia ha occupato, soprattutto come persona che amava i piaceri che la vita può dare a ogni età della vita, a chi, come lei, sa amare la vita.






Queste foto le ha scattate Antonio Bianconi,  sulla bella terrazza sul fiume del ristorante "Al biondo Tevere". Un luogo rimasto quasi incontaminato sulla via Ostiense, sopra un'ansa non costretta tra argini, con alberi di limoni sulla ripa e il profilo del Gazometro nello sfondo. Panorama che, decenni prima, aveva fatto da set ad alcune indimenticabili scene tra Anna Magnani e Walter Chiari, in Bellissima di Luchino Visconti.
Nonostante la cucina lì sia semplice, forse un po' troppo semplice per i gusti di Maria Luisa,  avevamo deciso che quello era il nostro posto per vederci la domenica, quando per lei la solitudine a casa si faceva più noiosa. Passavamo a prelevarla dopo che lei aveva "preso" alla televisione la benedizione papale, intorno alle tredici. Qualche volta abbiamo cambiato ristorante, siamo stati sul ristorante-battello, poi anche a Via della Lungara e, quando Antonio non c'era, in due o tre posticini vicino a Piazza Cola di Rienzo, ma "Al biondo Tevere" c'era questo lusso della terrazza, un luogo, semplice, popolare, straordinario davvero.

Il proprietario ci riservava un buon tavolo e si compiaceva di ospitare quella signora sicuramente molto rispettabile, talvolta con richieste particolari, che finiva sempre il pranzo accendendosi una sigaretta.  Ci lasciava tranquilli, fino a pomeriggio inoltrato.
Su quella terrazza ci andavamo noi tre da soli: Maria Luisa, Antonio e io, non tutte le domeniche certo ma con una certa frequenza, così che sei era stabilita una consuetudine, era il nostro piccolo rituale a cui lei era molto attaccata. Ci andavamo di preferenza nelle mezze stagioni ma anche d'inverno, tempo dell'anno a cui queste foto si riferiscono. Giornate invernali di sole: movimenti da spiare in alto sugli alberi e racconti divertenti da scambiarci.
Quei nostri sereni e piacevoli incontri domenicali erano andati  progressivamente diradandosi fino a perdersi poco meno di un anno fa.
E da ieri anche Maria Luisa se n'è andata, ma certo rimane il suo ricordo, rimangono i suoi libri!