domenica 11 maggio 2008

Piera Mattei –Leoni per agnelli

La testimonianza di Nicola Poccia, studente di Fisica, mi ha fatto tornare in mente, per contrasto, il recente film di Robert Redford "Leoni per agnelli", che si muove, in parte almeno, sui temi dell'impegno e della guerra.

Lì un non più giovane professore, con un passato non rinnegato di contestatore, cercava di scuotere l'abulìa di uno studente bravo, ma deciso al disimpegno, di cui il junk food consumato con passivo posizionamento davanti al teleschermo, era solo indigesto simbolo.

Qui, nel caso di Nicola Poccia trovo all'opposto uno studente, un cittadino, un uomo, che non vorrebbe accomodarsi, non vorrebbe restarsene seduto a farsi invadere dalle morbose curiosità scatenate dai più insulsi (ma pervasivi) programmi TV. Potrebbe farlo per disperazione, se non troverà il modo di uscire da un sentimento di delusione e di smarrimento. Non vorrebbe neppure farsi occupare da impulsi aggressivi, da ciò che chiamiamo in senso metaforico e reale, la guerra.

Sono diversa da Redford-professore. Nonostante che da decenni io non sia più una studentessa, mi sento di somigliare di più a Nicola, in questo preciso momento. Mi sento smarrita, perplessa e delusa, anche se sto cercando di rimettermi in forze, di vaccinarmi con dosi abbondanti d'ironia. Le buone maniere sono un grande valore, certo. Ma, sono d'accordo, non possono esprimere l'intera sostanza di quanto si dice, di quanto si progetta.

Vorrei continuare con Nicola Poccia, studente di Fisica, e con molti altri, a fare chiarezza, con interventi brevi ma puntuali, sul nostro presente, su quanto riteniamo giusto, senza volere imporlo a tutti gli altri, ma cercando, senza pregiudizi quegli "altri" con cui il dibattito sia condivisibile.

Gli ambiti in cui vorrei continuare il dibattito:

I. Etica, Religioni, Chiese
II. Etica, Lingue, Letterature

Un'opposizione accomodante di Nicola Poccia

Accomodante. Un amico democratico è accomodante.
“Prego si accomodi, parliamone…”
E’ un’opposizione accomodante. Una volta adagiati, lo spettacolo può cominciare.

Sento di aver bisogno d’autorità e di cose scomode.
Proviamo quindi a pensare. Studiando la scienza ho imparato a mie spese che riflettere è faticoso e spesso non conduce da nessuna parte. Anzi è un perverso trastullo delle animose proteine del cervello.
Con una filosofia che patteggia per un quieto divenire, per un’opposizione accomodante, ogni pensiero converge verso il risparmio e allora perché non chiedermi dell’ultima ragazza di un Mario del Grande Fratello o dell’ultima esternazione del vip di turno?

E’ triste vivere quando non c’è più nulla da conquistare, quando un uomo che ama la pace, sente un subdolo richiamo alla guerra. C’è solo un orizzonte piatto senza opposizioni o rugosità; è una cosa che ci accomuna alla melanconia di un cane abbandonato.
Credetemi, dopotutto, non era questa la pace che volevo.


Nicola Poccia.