mercoledì 18 aprile 2012

Stefania Rabuffetti – poesie da "Libertà vigilata"


“Cos’è per me la Poesia?”

Ho iniziato a scrivere poesie per caso, poi è diventata una necessità. Per tirar fuori un mondo segreto che aveva bisogno di venire alla luce e per liberarmi dai demoni che mi abitavano dentro. Oggi la scrittura si è trasformata in una dipendenza, una droga malata. È per me libertà e schiavitù al contempo: non riesco a vivere senza scrivere, non riesco a scrivere perché sono incapace di vivere.




PER VENIRE DA TE


Per venire da te
ho perso il filo del tempo
l’orlo di un discorso imbastito
ha ceduto la lampo al vestito
in un dubbio di vento
il tacco è affondato
nell’asfalto infuocato
lasciandomi in equilibrio precario
il foglio con pensieri da aggiungere
è caduto di mano
inghiottito dalle labbra d’acciaio
di un tombino affamato.




NON SO VIVERE NEL MONDO


Non so vivere nel mondo
perché lui è tondo
e io quadrata
a ogni movimento batterei
di spigolo
portando a casa un gomito
o un ginocchio leso
il mondo gira
e io sono ferma nelle mie paure
angosce stagnanti
che mandano gli oceani alla deriva.




PIANETA SMARRITO


Sono un pianeta smarrito
caduto a terra
che tu hai raccolto
sono lontana anni luce
dalla maglia celeste
dal buco sottile
lasciato nell’universo
sono diversa
da quello che cerchi
un cratere piagato
da pensieri fissi
una massa intoccabile
dalla mano allungata del tempo.





SOLITUDINE


Solitudine
tu che bussi alla mia porta
senza mano
che arrivi con le scarpe
del silenzio
tu che vuoti angoli di luce
che ti appendi alle tende
delle lacrime
tu che scrivi pagine imbiancate
che ti posi sulla forza
che si spezza sottovoce.



FESSURE


Ride e si aprono ai lati
delle guance due piccole fessure
lo spazio circolare di matita
da saggiare con un dito
bottoni simmetrici
nelle pieghe di un sorriso
che si scuciono dal viso
quando l’allegria sparecchia
con la serietà del volto.


LO SO


Lo so che io spavento
forse per lo strano impasto
di anima e chimica
che mi forma
che mi vive dentro
per il pensiero
in costante ammutinamento
per voler procedere in senso antiorario
per dire a ogni costo il vero
anche se scotta
ribolle nella pentola del vivere
dove tutto si rimesta
e la verità rimane a fondo
lo so che sono scomoda
perché agisco per istinto
seguendo come un’ombra
l’impulso primitivo
che mi lancia come boomerang
sulle cose da cambiare
strappando solo attimi di vento
e piegata sulle mie complicazioni
mi chiudo nello spazio di me stessa.