Domenica 26, Università la Sapienza. Ancora una bella giornata, quasi estiva. Il cielo vede con compiacimento questa protesta. E di domenica, senza le automobili parcheggiate all'interno, nello sfondo del cielo azzurro e dei sempreverdi, la città universitaria mostra la sua particolare bellezza. Si fa lezione di fisica ai bambini delle elementari. Chi insegna – studenti, ricercatori e professori – si divertono anche loro. Mi diverto anch'io: le facce dei bambini sono intente, a tratti preoccupate di capire fenomeni che sembrano magici, ma sono in realtà l'effetto, innocente (senza trucco), di onnipresenti forze della materia.
Poi, dopo l'una e mezza, quando i bambini sciamano per uno spuntino sul prato, intercetto Laura Caccianini, una delle responsabili del movimento.
Si ferma volentieri a parlare con me. E' una ragazza di Pescara, dell'ultimo anno della laurea triennale, gentile, semplice, carina. Certo non corrisponde al modello di bella ragazza che è diventato di moda da quando si è affermato Berlusconi, il tipo velina per intenderci, ma neppure somiglia alle dure e ideologizzate "compagne" del sessantotto. La sua sicurezza la intuisci attraverso la trama di un linguaggio prudente e molto preciso. Mi dice:
"La prima cosa che abbiamo fatto è stato stampare la legge per studiarla e conoscerla a fondo, codice civile alla mano, con studenti di diritto, per capire l'entità del danno".
Parla con molto rispetto della facoltà di Fisica di Roma: "Avrei potuto iscrivermi a L'Aquila, mi dice, ma qui è un'altra cosa, qui l'atmosfera è più stimolante, i professori sono eccellenti, questa è la punta di diamante della ricerca. Noi difendiamo questa qualità di studio, non è una dimostrazione di forza. E non è vero che siamo manovrati. Io stessa, come molti di noi, non abbiamo mai fatto parte dei collettivi e con i professori ci siamo trovati "di fatto", non programmaticamente, a condividere gli obbiettivi di lotta. Proseguiamo con un calendario di lezioni in piazza, di cui noi di Fisica siamo stati gli ispiratori, ma che molte altre facoltà stanno seguendo. Altre facoltà sono ugualmente occupate o in mobilitazione, anche quelle tradizionalmente impermeabili alla contestazione come Ingegneria, Medicina, Economia".
Laura proviene da un Liceo Classico, me lo dice con semplicità, anche se intuisco un orgoglio, discreto, di appartenenza a quella cultura, e gli anni del liceo non sono passati poi da così tanto! Ma, poi, cosa prevede dopo la laurea?
"Prevedo un'emigrazione forzata. Certo un periodo di studio all'estero lo mettevo volentieri in conto, ma con la prospettiva di tornare. Ora questa prospettiva si fa confusa…"
Ci raggiunge una ricercatrice, che ha appena concluso una bella lezione ai bambini dimostrando, sull'esperienza di un sughero a galla in una bacinella, che non sempre il parere della maggioranza è quello giusto. Per capire ciò che è giusto occorre sottoporre la nostra intuizione all'esperimento. Bella lezione, anche di etica, da parte di una sperimentale! Si chiama Barbara Sciascia, lavora ai Laboratori di Frascati, ma si vedrà scadere il contratto il prossimo giugno.
"Si vogliono tagliare i settori che potrebbero fare da volano per la ripresa dell'economia" dice,"la ricerca, poi, non può essere incanalata solo in obbiettivi pratici. Tra l'altro alcune scoperte, vedi la PET, che si è dimostra adatta e utilissima a scoprire alcuni tipi di cancro, sono state del tutto casuali".
Nel frattempo arrivano le telecamere di Mediaset e discretamente mi allontano. Spero che queste ragazze tengano duro, anche per la loro futura carriera di scienziate. E che intanto, oggi, trovino parole pacate ma convincenti per le affollate platee del padrone di Mediaset.