domenica 1 aprile 2012

Novità Gattomerlino – Regina del silenzio di Anonimo scienziato





Regina del silenzio si muove in un’atmosfera quasi
atemporale: un’esaltazione amorosa, un sentimento
forte, radicato nel corpo, nato da “un nulla”, nella
chiara coscienza di questo nulla. Nessun riferimento a
luoghi, a vicende storiche. In mancanza di precise in-
dicazioni, risulta difficile una datazione, anche se
chiari indizi collocano questi versi a molti anni da
quelle poesie giovanili del nostro Anonimo scienziato,
raccolte dalle edizioni Gattomerlino in Dicembre 1947,
dove la data era diventata addirittura parte integrante
del titolo.


.....

Regina del silenzio è un poemetto da cui altri critici
potranno forse trarre significati nascosti, addirittura al-
lusioni, allegorie. Qualcuno vi leggerà il gioco, il ten-
tativo di seduzione. A noi piace presentarlo così, come
un’effusione, un canto sincero, che ripete l’eco di let-
ture e modelli letterari profondamente assimilati e
amati. Modelli classici che l’Anonimo autore rein-
venta e rivive, nella propria originale, ribelle e persino,
a tratti, scandalosa o scandalizzante, sensibilità, per
dare parole a una gelosa e muta ferita
.





Novembre arriva al professore insonne
Brividi umidi
Farà paziente la toilette al giardino
Esame di coscienza speculare
Occhi lucenti fendono il buio
Nella bruma autunnale del mattino
I denti forti quando sorridi obliqua
D’una cerbiatta in calore allineati
Merli di fortezza inespugnabile
Foglie morte rossastre
Moquette
D’antichi parchi
Stinta
Odor di decomposta
Materia inerte
Taccio nel silenzio solo struscio
Il piede avverte la resistenza
Di terriccio amorfo
Amore di lontano
Troppo m’hai dato
Il tuo nulla è immenso
Casto contemplo un universo guasto
Lento m’avvio alle portiere aperte
Tossisco debolmente ripensandoti



REGINA DEL SILENZIO


Vedo i Tuoi occhi la Tua mano santa
È forse un’illusione o forse un nulla
Io canto questo nulla che m’incanta

Scruta il mio corpo scrupolosamente
Vergine mia dagli occhi lucenti
La Tua carne m’è scala alla Tua mente

Scocchi infine per me il Tuo dolce invito
Non procreare né puro godere
Amare per amare all’infinito

Amarti lentamente pregustando
Un bene che nel tempo s’allontana
Con Te dentro di me vivo danzando

Se pur dovessi un dì per sempre andare
Da te lontano terra di delizie
Dolce sarebbe in Te pur naufragare

Morirti tra le braccia una mattina
Di primavera acerba rugiadosa
Dolce spirar baciando la taschina

Avvinto alle Tue membra io già vibrai
Nessuno s’avvicini alle Tue braccia
Camminerò con Te ovunque andrai

Ti penso nella notte penso forte
La notte scorre indifferente al buio
Per me Tu vali più che vita e morte

Anima mia cuor sincronizzato
Espanditi a coprirmi fin che vivo
Il Tuo profumo m’ha tutto inebriato

Delle tue eburnee braccia io devoto
Schiavo mi sento per il tempo mio
Abbracciami Ti prego colma il vuoto

Eletta mente sangue del mio sangue
L’amore di lontano è una tortura
Vieni a curar quest’anima che langue

Gaudio carnale e intellettuale insieme
Ad esplorar m’aiuti il cuore umano
Dell’avvenire nei Tuoi occhi il seme
.....

Novità Gattomerlino – L'abitino blu di Reginald Gibbons



WORSHIP


I saw him walk down to the pew
where she was sitting at the aisle

I saw him touch her shoulder
carefully, as if it had thorns

I saw her turn her surprised face up to him

I saw him lean down toward her
and in front of everyone
just as the service was about to begin
and the organist was finishing the introit
I saw him kiss her on the mouth

Then he turned and walked back
up the aisle and out of the sanctuary

He wasn't one to come to services very often

She sang the first hymn so loud

My God, her lips


HOPE


Cold wind in northern April,
nothing green yet

An orphaned world

A deep repeated note, which
if I could only hear it
would sound I am sure like
it was struck on a harp

When I was walking
I happened to look up into the bare trees

Only from where I was, just then,
could I have seen the high
more-white-than-white snow
in a shallow raw trough of pale wood
where a big limb had been
broken off by the weight of ice
during the winter we had almost left behind

A little pillow
of snow when the late snow
everywhere else had melted

A cold purity

And inquiring from a buffeted higher branch
pitching in the wet spring wind, a crow



ADVENTURE


Fucking a middleweight boxer, lying under
his body as hard as wood
till it's softened, lying on you,
your thrill the wonder of his being
gentle, careful, tender with you when
he could be a little harder,
that would be OK, he could push
you a little farther, but nothing
like hit you, no way, he could have hit you,
I'm sorry, already and hurt you badly but
that's not him at all, he's completely
the opposite—yes, quick and determined and even
after being hit in the face still smart in the ring
but in bed quiet, slow, needing encouragement
and yet you know there's always that chance
that that's the real him, that other one whom
you do adore, you see the look in the eyes
of the men and women watching him fight,
they love him or don't care about him or hate him
but they look, they watch, he has
the courage to get up in there and try to hurt
without being too hurt, with his own and only body
and no weapons, no place to hide, just
his gloved hands, these hands that grasp
your shoulder, palm your breast, move
over you and into you, you pull him down
onto you, you pull him to you with every
bit of your strength that's small compared to his
but enough to make him gasp and give up,
he won't win this one, if it's a contest
and maybe it is, you will, and he could
have hurt you any time, any time, but he didn't.


Servizio religioso

Lo vidi che entrava nella navata
al banco dove lei stava seduta

Lo vidi che le toccava la spalla,
con circospezione, come vi fossero spine

Vidi lei alzare verso di lui il volto sorpreso

Vidi lui inchinarsi su lei
e di fronte a tutti
nel momento che la funzione stava per cominciare
– l'organista aveva concluso l'introito –
vidi lui che la baciava sulla bocca

Poi si girò e tornò indietro
alla navata e fuori dalla chiesa

Non era tipo da andare spesso alle funzioni

Lei cantò il primo inno a voce così alta

Mio Dio, le labbra di lei!





Speranza

Vento freddo di nordico aprile
niente di verde ancora

Un mondo rimasto orfano

Una nota profonda ripetuta che
solo avessi potuto udirla
sono sicuro sarebbe risuonata
come pizzicata su un'arpa

Mentre camminavo
per caso guardai in alto tra gli alberi spogli

Solo allora, da lì dove ero,
potei vedere in alto
bianco–più–bianco–della–bianca–neve
nel cavo umido di pallido legno
dove un grosso ramo era stato
spezzato dal peso del ghiaccio
durante l'inverno che ci stavamo lasciando alle spalle

Un piccolo cuscino
di neve quando l'ultima neve
dovunque s'era disciolta

Una fredda purezza

E osservando da un ramo più alto che oscillava
dritto contro il vento dell''umida primavera, un corvo.



Un' avventura

Farsi fottere da un pugile peso medio, stesa sotto
il suo corpo duro come legno
finché si ammorbidisce, disteso su di te,
il tuo brivido, la meraviglia del suo essere
gentile, attento, tenero con te mentre
potrebbe essere un poco più ruvido
andrebbe benissimo, potrebbe spingerti
un po'oltre, certo non colpirti,
no davvero, mi spiace avrebbe potuto
già colpirti e averti fatto male ma
lui non è affatto così, lui è proprio
l'opposto – sì, rapido e determinato e persino
dopo essere stato colpito in pieno viso ancora pronto sul ring
ma nel letto tranquillo, lento, bisognoso d'incoraggiamento
e tuttavia, sai, c'è sempre quella possibilità
che il vero lui sia l'altro, quello che adori,
guarda gli occhi di donne e uomini
fissi su di lui mentre combatte,
loro lo amano, gli sono indifferenti o lo odiano
ma lo guardano, lo stanno a guardare, lui
ha il coraggio di entrare lì e impegnarsi a far male,
senza aver sentito troppo male, con il suo corpo e solo con quello
senza armi, senza ripari, solo le sue
mani guantate, quelle mani che stringono
la tua spalla, che palpano il tuo seno, si muovono
sopra di te e dentro di te, tu lo attiri
a lo spingi contro di te con tutta
la tua forza che è poca in confronto alla sua
ma sufficiente a farlo ansimare e acquietarsi;
se è una lotta, e forse lo è, lui non la vincerà
questa, tu la vincerai, e avrebbe potuto
quando voleva farti male, quando voleva,
ma non ti fece male.