giovedì 21 giugno 2012

Dedicato a Istanbul




I due artworks che aprono questo omaggio a Istanbul sono opera di Erkut Tokman, poeta e artista turco, splendida guida durante una giornata di primavera in quella città che, per dirlo ancora una volta con le parole della poesia che segue, cancella i superlativi che affiorano in superficie. A Erkut è dedicata la poesia.



COL SOLO TATTO TI ASCOLTA (Istanbul)


per Erkut Tokman

non ti guardano
tu li guardi e non rispondono
protetti nella loro felicità estenuata
– i cani di nessuno li riconosci
hanno un contrassegno metallico all'orecchio
un orecchino ben visibile
come sapessero dai libri
di antica appartenenza
di nobile orfanità

secoli di silenzi s'abbattono sul Bosforo
si slanciano dal ponte d'Ataturk
dagli scogli e dalle rive –
dai corpi snelli
che indovini nei pastrani
– de virginibus velandis –
credi di riconoscere le figlie dell'harem,
–oh le madri fanciulle
per l'acuta bellezza rapite
fino negli entroterra!
– così di loro puoi ragionare
insinuare muta
affinità sottintesa
nel loro vocìo smorzato



ti spingi oltre –
Istanbul
neonata nell'aria
col solo tatto ti ascolta
cieca proprio come un neonato in esplosione di vita
– tu senza parole
la stai ascoltando mentre col rosso
di un tramonto dietro il Corno d'oro
(da cartolina, sì)
va cancellando dal vocabolario
i superlativi che affiorano in superficie
– con ginocchia piegate
e piedi piagati
impone il silenzio in una pausa estatica

ti spingi oltre –
ritrovi un Oriente nell'adolescenza
affrontato col presente cruento dei verbi
dove non c'è mai sosta
dove tra balenii metallici di scudi
cade talvolta la palpebra sull'orbita vuota

così ti spingi verso Roma imperiale
alla porta dell'Oriente tra cupole e minareti
– ma soprattutto gli odori
nell'aria che ti accarezza le braccia
sono l'accoglienza alla straniera
l'invito alla turista stordita
dove ogni gesto
è familiare
i volti fraterni
– e mai impronunciabili sono i suoni
di una lingua
del tutto incomprensibile
(forse è lì la risposta?
in un suono la cui estraneità
non t'offende?)

l'anziana mendicante offre una caramella
per un'elemosina
ragazzini selvatici col dorso della manica
coprendosi il volto
per una lira
ti consegnano un pacchetto di fazzoletti
mercanzia leggera da sollevare
quando lasciano le scale del ponte

ma al ponte di Galata
dalla balaustra in folla gettano lenze
perché c'è speranza nel mare
e straripano le strade – vanno
in correnti misteriosamente regolari
schiere compatte di storni
senza mai urtarsi

PIERA MATTEI