giovedì 5 febbraio 2009

Piera Mattei – Un arazzo intessuto di mille colori


Poichè siamo in questo mese straordinario, dedicato anche a grandi martiri del pensiero, dedico la pagina di oggi a un libro letto recentemente, un'opera prima, che ha a protagonista una giovane donna, di condizione miserevole che nella Sicilia del Seicento è innamorata delle "parole belle". Prima "esposta", poi monaca, quindi donna libera e braccata e forse innamorata, non le è riconosciuto il diritto di accedere alle formule latine delle preghiere che sono il suo nascosto e rubato tesoro. Per questo e per il suo desiderio di essere libera viene infine condannata e arsa viva come strega, come tante, simili a lei. Le tappe della sua vita ripercorrono quelle di Francisca Spedalieri, in pieno clima di Santa Inquisizione.
Il racconto tuttavia non è mai lugubre, anzi ha un tono battente, uscito – come Minerva dalla testa di Giove – completo e perfetto dalle mani della sua autrice: Simona Lo Iacono, una donna bella che ama le parole – dirò parafrasando il titolo del suo libro – siracusana, di professione giudice, per la quale mi sembra di prevedere una futura duplice carriera.
Riporto di seguito una mail che le ho inviata a caldo, subito dopo il nostro incontro in Sicilia, di cui il libro era uno dei motivi:

Già di ritorno da Siracusa ho preso a leggere il tuo libro
che mi sembra bello, molto ben scritto, addirittura un
miracolo, un arazzo intessuto di mille colori, e
per restare nelle parole che lo abitano, un
miserere che chiede e insieme offre uno sguardo
colmo di pietà sui suoi personaggi. Un'opera
sincera (dote rara!), dove le tonalità barocche
richieste dall'ambientazione (luogo e tempo)
liberano una straordinaria abilità linguistica.
Affondi le radici nella letteratura isolana,
nella capacità tradizionale di far filtrare
cadenze della parlata siciliana sulla pagina
scritta. Tieni a disposizione una tavolozza
pressoché infinita di vocaboli, vezzeggiativi e
dispregiativi, coniugazioni e modi verbali, e vai
pennellando per rendere con giusti chiaroscuri la
"culturale " passionalità di giudizio, dei
protagonisti e della società dell'epoca, sui
fatti che tu, autore di oggi, racconti e inventi
per loro. La verità grande, valida per le donne
in particolare, del messagio racchiuso in questo
libro, è che la grande letteratura ( le parole
belle) è da sempre - anche nella mia personale
esperienza - il rifugio che, nella fanciullezza e
dopo, tiene al di sopra di un destino di disamore
o di fatale infelicità, sollevati in un universo
di nascosto piacere.

Simona Lo Iacono-Tu non dici parole–Giulio Perrone 2008