martedì 11 ottobre 2011

Anticipazione Gattomerlino, serie verde



La Gattomerlino inaugura la serie verde, dedicata alla diffusione scientifica, con la traduzione e il commento dell'importante pamphlet di T. H. Huxley sulla fisica della materia vivente.

http://www.superstripes.net/gattomerlino/main.htm



Thomas Huxley e il suo tempo



Perché oggi tradurre per la prima volta in italiano “Le basi fisiche della vita” di Thomas Huxley? La conferenza che il geniale autodidatta, poi professore di Storia Naturale alla Royal School of Mines, tenne nel 1868, in che senso può, circa centocinquant’anni dopo, essere d’attualità? I contemporanei, soprattutto gli ambienti accademici vicini al potere ecclesiastico, lo disprezzarono, ma anche il più vasto contesto scientifico lo ignorò a lungo. Solo recentemente le sue idee, nella loro appassionata e anche direi poetica esposizione, tornano a esibire l’intuizione profonda circa la base comune di tutte le forme viventi.

In quella famosa conferenza dunque Thomas Huxley, che sarebbe diventato il nonno del più famoso Aldous, volle illustrare a un vasto pubblico l’idea scientifica su cui un piccolo gruppo di ricercatori europei aveva in quegli anni raggiunto un accordo e cioè che i sistemi viventi sono formati da una sostanza comune a tutti chiamata protoplasma.
Il nome era stato coniato nel 1861 da Max Schultze, professore di Istologia e direttore dell’Istituto di Anatomia di Bonn, in Germania. Per lui il protoplasma appariva come una sostanza, grigiastra, viscida, o mucillaginosa semi-trasparente e semi-liquida in continuo movimento. Il francese F. Dujardin l’aveva descritta come una gelatina vivente, una sostanza glutinosa, traslucida, insolubile in acqua come un muco, che forma masse globulari sugli aghi da dissezione. Hugo von Mohl, nel 1846, la vedeva come materia dura, viscida, granulare, semi-liquida. Christian Gottfried Ehrenberg che, con le sue osservazioni al microscopio, si era dedicato allo studio di un enorme numero di sistemi viventi unicellulari raccolti in parti lontane del mondo, soprattutto nell’immenso Impero Russo e in Africa al seguito del famoso esploratore Alexander von Humboldt, la descrive semplicemente come la sostanza vivente comune in tutte le classi di organismi viventi.

Anche Thomas Huxley considera il protoplasma come la sostanza fondamentale della materia vivente all’interno di una cellula, la base fisica e materiale della vita e vede quest’identica vita brulicare nelle capsule urticanti della foglia dell’ortica, come nella goccia di sangue spillata da un polpastrello. Inoltre per lui la possibilità che esista una sostanza comune a tutte le forme della vita viene vista nella prospettiva che la vita si manifesti in innumerevoli forme la cui evoluzione è guidata da una legge universale della natura, la legge di Darwin, secondo il principio della selezione naturale.
“La base fisica della vita”, il titolo scelto da Huxley per condensare le sue idee è certo un bel titolo ma è solo apparentemente inoffensivo, in realtà è profondamente rivoluzionario.
Il punto di vista che esprime in questo opuscolo era al di fuori degli schemi dell’accademia, sia dei fisici che dei biologi. Pertanto la sua idea fu attaccata da diversi autori ben quotati, ridicolizzata e poi dimenticata. Cosa certamente grata al mondo ecclesiastico, sia protestante che cattolico.

(dalla postfazione di Antonio Bianconi)