Accendere la fantasia o affidare un messaggio?
Trascrizione
dell'intervento per la presentazione del libro "La conchiglia magica"
di Maria Sozzani alla libreria Todomodo di Firenze
di Piera Mattei
Maria Sozzani, anche se
ancora così giovane, viene da una storia lontana.
La brevissima nota
biografica che ho appena letto, che è la nota che Maria ha scritto, ci mostra che lei di
sé non dice molto, ma pone al centro, come impegno della sua vita, quello di
presiedere la Fondazione Iosif
Brodskij, che supporta residenze per scrittori e artisti russi e scambi
culturali tra Italia, Russia e Stati Uniti.
Quindi un impegno centrale nella vita
di Maria è quello di mantenere vivo tra le più giovani generazioni il nome di Josif
Brodsky, il poeta e scrittore con il quale ha condiviso anni fondamentali nella
sua vita. E lo fa concretamente
occupandosi di donare supporto alla cultura russa e agli scambi, direi "poetici", tra quei luoghi del mondo che, accanto alla nativa Russia, hanno segnato tappe
essenziali nella vita di Josif Brodsky, cioè gli Stati Uniti e l'Italia.
Ma accanto all'eredità culturale Maria
ha ricevuto da Brodsky, almeno altrettanto importante, un'eredità che è insieme
culturale e biologica, la loro figlia Anna che presto, anzi prestissimo, ha
voluto diventare mamma a sua volta.
Appunto, come si può leggere in esergo
al libro, ad Anna e alla sua bambina, anzi alla bambina e alla sua mamma, "La
conchiglia magica", questa breve storia fantastica, è dedicata.
Maria ha voluto scriverla in inglese,
soprattutto perché l'inglese è la lingua di sua nipote che, nata da padre
irlandese, vive in Irlanda. Del resto l'inglese è per Maria non saprei dire se
una seconda o una terza lingua, dato che sua madre è russa e l'inglese è una
lingua della sua formazione, degli anni americani con Josif, la lingua che
Josif sceglieva per le sue prose, rimanendo fedele al russo per quanto
riguardava la poesia. L'inglese infine è la lingua che lei anche oggi insegna.
Quindi questo libretto che entra a far
parte della collana bilingue "I capricci", delle edizioni
Gattomerlino, diversamente dagli altri che nascono in italiano per essere poi
tradotti in inglese, nasce in inglese. Maria ha poi voluto affidarne la
traduzione in italiano a Matteo Campagnoli, del quale ha particolare fiducia e che
ha tradotto anche opere di Brodsky.
Abbiamo citato l'Irlanda. Il paese dove si
svolge la storia della conchiglia magica non ha un nome ma ben potrebbe essere
l'Irlanda, anzitutto per quella pioggia e quell'amore per il clima piovoso sul
quale il racconto si apre. Ma oltre alla pioggia abbiamo il mare, un mare
Atlantico direi, perché è implicita una
marea che immaginiamo in lenta rimonta, se la bimba può volare sull'acqua solo
sfiorandone con la punta del piede la piana superficie.
È un racconto dove l'acqua è molto
presente non solo come elemento del racconto ma anche nei disegni. Infatti il
libro, come sempre nella collana I Capricci della Gattomerlino è accompagnato
dai disegni dell'autore. Maria ha scelto per questi disegni acquarellati, per lo
più, le tinte delicate del celeste e del giallo, con sfumature verso il rosa e verso
un rosso delicato che vira all'arancio.
In ogni racconto si è sempre dentro una
storia, e questo è vero anche qui. Ma
poi la storia ha qui, a sua volta, un dentro e un fuori, anzi direi, prendendo
in prestito la terminologia dal cinema, due interni e due esterni e Lily, così
si chiama la protagonista, si trasferisce, dal
letto dove sta crogiolandosi, in un fuori. In un esterno, direi dove lo sguardo
di Lily cattura le immagini come una vera macchina da ripresa. Cade in un
esterno cioè su una spiaggia, lì dove incontra e raccoglie la conchiglia, una
conchiglia parlante, una conchiglia guida. Ha una voce, quella conchiglia, che
somiglia a una voce a Lily molto nota... Fidandosi perciò di quella voce, alla
conchiglia la bimba dice che vuole entrare, continuando nella metafora
cinematografica, negli interni di quel sogno, dentro il castello magico, che prima c'era e
adesso non c'è più, un castello con parti che appaiono e scompaiono, perché – lo
ha riconosciuto – è il castello di una delle storie che la sua mamma le racconta
e che a lei piace molto di ascoltare. Seguendo le direzioni che le dà la conchiglia
Lily riesce a entrare in quel castello. E quello che vede e quello che trova
sarà la grande sorpresa.
Nella storia, a un certo punto del
racconto, lo sguardo della nonna-autrice,
di lei che narra insomma, e lo sguardo di Lily, la bimba di cui lei narra, e
che si sta guardando intorno facendo capolino dalla realtà "altra" nella
realtà "quotidiana", convergono sulla mamma che sta terminando a sua volta di scrivere la storia. La mamma
quindi, è lei la vera affabulatrice, o forse la vera ispiratrice della storia? La
mamma è una ex-bambina che adesso ha la sua bambina, che, a sua volta, sembra
avrà anche lei i suoi bambini... Così va avanti la vita.
Alla libreria Todomodo di Firenze c'erano molti storici amici...
Al proposito è forse il caso di fare
un'osservazione. I racconti per bambini li scrivono i grandi e spesso li
leggono i grandi ai bambini. I grandi ideatori e fruitori di storie per bambini
sono gli adulti che, guardando alle più nuove generazioni, a quegli anni
stupendi che fuggono via, gli anni dello
sguardo spalancato sul meraviglioso, realizzano la loro personale avventura di
tornare in quel mondo.
Dopo questa breve parentesi, alcune altre
osservazioni sull'ambiente nel quale si svolge "La conchiglia
magica". Il racconto, l'abbiamo già detto, ha luogo in una dimensione altra,
una dimensione atemporale dove non incontriamo computer, non ci sono televisori
o cuffie per l'ascolto di musica. Non ci sono altri rumori oltre al suono del
mare e alla voce della conchiglia. L'unico rumore che viene dal mondo, per così
dire, della tecnologia è, prima che Lily tra il sonno e la veglia si
trasferisca in una realtà "altra", il rumore, che dall'esterno giunge
attutito nella sua stanza, delle automobili sul manto stradale bagnato.
Devo notare che in questo racconto non
ci sono altri esseri viventi, tranne, all'inizio della storia, una pianta di melo sulle cui foglie batte la pioggia davanti alla finestra della sala. La storia avviene in mondo
rarefatto, essenziale dove l' "essenza" è il piccolo nucleo familiare,
anzi la delicata cordicella che lega una figlia della generazione precedente a
una figlia della generazione successiva, e così via, proiettando quel legame verso una generazione
anche solo eventuale, anche collocata in un futuro non prossimo. Siamo con
loro, la nonna, la mamma, la bambina, nel volo sull'acqua, su per le scale di
un castello, con la guida di una conchiglia magica, tra i libri di racconti
presenti, dei libri dei racconti a venire.
Ah, entra nel racconto anche l'odore
delle cialde calde al mattino, perché il nutrimento della mente abbia il suo
complemento in una buona colazione, in un buon nutrimento del corpo.
Maria Sozzani è nata a Milano da padre italiano e
madre russa. Ha vissuto a lungo a New York, dove tutt’ora presiede la
Fondazione Iosif Brodskij, che supporta residenze annuali per scrittori e
artisti russi e scambi culturali tra Italia, Russia e Stati Uniti. Dal 2004
vive e lavora a Milano, dove insegna l’inglese e collabora con diverse case
editrici.
The Magic Seashell / La conchiglia magica è il
suo primo racconto per bambini.