giovedì 7 febbraio 2008

Piera Mattei ANCH'IO, NEL MERCOLEDI DELLE CENERI

anch'io, nel mercoledì delle ceneri

figlia di battezzati
al di qua mi trattengo
del vostro incredibile credo

anch'io sarò ebrea
per le vostre preghiere!

detentori di verità
pregherete voi oggi
anche per la mia conversione?
dalle spalle, dai globi oculari
dal cervello e le mani
strappo via quella pena
della vostra preghiera
l'ansia devota di voi santi credenti

per l'anima mia!

prego lasciatela senza
esclusa
dalla vostra insopportabile
onnipotenza

andate dunque
in pace
via
lontani
dagli sdegni miei
umani

Lucreziana 2008
Roma 6 febbraio, mercoledì delle ceneri 2008

Flavia Zucco APPELLO DONNE E SCIENZA

Appello Associazione Donne e Scienza



I ripetuti e recenti attacchi alla 194, che fanno riferimento ad evidenze scientifiche, richiedono una chiarificazione di fondo, per quel che riguarda la scienza.

Almeno tre obiezioni vanno fatte:
1. La prima riguarda il consenso a che la scienza sia posta a fondamento dell'etica. Semplificando, la scienza ha a che fare con il vero ed ha carattere descrittivo ed esplicativo; l’etica ha a che fare con il giusto ed ha carattere normativo. Siamo di fronte a due concetti diversi, su cui varrebbe la pena di riflettere.
2. La seconda obiezione è inerente alla concezione che la scienza produce verità immutabili: è ormai noto a tutti che la scienza, nel suo progredire, può smentire precedenti dogmi, o produrre conoscenze che spostano completamente quei termini di riferimento, che si ritenevano ormai acquisiti.
3. La terza obiezione è quella di assecondare un riduzionismo scientifico, nei confronti della vita e della specie umana, che gli stessi scienziati si sono preoccupati più volte di condannare, in quanto nessuno di noi è riconducibile solo alle sue molecole od al suo essere biologico.

I neonatologi, certamente si trovano a tenere in vita feti sempre più precoci e le loro tecniche, in questa sfida, stanno migliorando enormemente. La domanda da porsi tuttavia, è se questi feti siano completamente formati ed in grado di vivere una vita autonoma (dal corpo materno o da una macchina). Di fatto no. Si pensa che, col progredire della coltura degli embrioni da un lato, e delle tecniche neonatologiche dall'altro, si potrà arrivare a coltivare il feto, passando dalla piastra di coltura per lo zigote, mano a mano a macchine più complesse, per gli stadi più avanzati dello sviluppo.

La vita biologica, intesa come divisione di cellule e loro specializzazione, è un continuum e quindi dire che un feto di 19 settimane è vivo è una ovvietà.
Esistono, però, delle tappe critiche che consistono nel compimento della formazione degli organi e della loro funzionalità, che devono avvenire nelle condizioni fisiologiche ottimali, perchè la vita umana della futura persona non sia gravemente compromessa.

Chiediamo quindi che si smetta di invocare la scienza, per rimestare le acque della politica intorno ad una legge, che rappresenta una conquista per una società civile.



Presidente
Associazione Donne e Scienza

Flavia Zucco