giovedì 1 dicembre 2011

Dicembre 1947 Nella storia di un uomo, una data–poesie di un anonimo scienziato



Un piccolo testo molto ben presentato, dalla riproduzione di alcune poesie scritte a macchina, piene di cancellature, di ombre, fino alla bella Introduzione di Piera Mattei e alla quarta di copertina, con una delle più suggestive tra le poesie presentate. Mi colpisce da un lato la percezione della giovane età dell’autore (o autrice?), che si può riscontrare in vari versi, che risentono di letture dei classici, che lasciano intravedere emozioni, sentimenti spontaneamente affioranti. Dall’altra parte però mi sembra vi siano versi, poesie in qualche modo presaghe di un diverso futuro, con accenni di durezze intraviste o presagite.

Siamo lontani dal romanticismo. Le stelle sono ‘furbe e distanti’. I morti in guerra, ‘inutili morti’. Pur nello smarrimento del momento, pur nella sua ‘adolescenza impaurita’, l’A è già in grado di prendere le distanze, di non indulgere nella pietà verso l’amico morto, verso se stesso (se stessa).

I versi più belli? A me sembrano molto belli proprio i primi versi di questa poesia:

È triste e bello a un tempo
Non aver casa e andare come il fiume

Se almeno Dio mi concedesse ogni anno
Dono d’alcuni versi…

Grazie alla Gattomerlino per questa pubblicazione.

Maria Immacolata Macioti

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