

AL MAL CONTENTO
Se dal cinico dente sei trafitto,
lamentati di te barbaro perro:
Ch'in van mi mostri tuo bastone e ferro,
se non ti guardi da farmi dispitto.
Per che col torto mi venisti a dritto,
però tua pelle straccio e ti disserro:
e s'indi accade ch'il mio corpo atterro,
tuo vituperio è nel diamante scritto.
Non andar nudo a tòrre all'api il mèle
non morder se non sai s'è pietra o pane.
Non gir discalzo a seminar le spine.
Non spregiar, mosca, d'aragne le tele.
Se sorce sei, non seguitar le rane;
fuggi le volpi, o sangue di galline.
E credi all'Evangelo che dice di buon zelo:
dal nostro campo miete penitenza,
chi vi gittò d'errori la semenza.
(Sonetto introduttivo a "La cena delle ceneri" Londra 1584)
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