In particolare un caloroso "BUON ANNO!" agli amici
estoni e a una persona molto speciale che ho incontrato lo scorso ottobre,
mentre ero a Tallinn, invitata da Doris Kareva e dai suoi amici artisti,
musicisti e poeti del festival TriaLogos.
Sto parlando di Vello Salo, che però non era né tra gli
organizzatori né tra i partecipanti a quel festival, ma un suo bel ritratto,
del fotografo Kaido Vainomaa, era in quei giorni in piena pagina sulla rivista
letteraria più importante della città, per accompagnare una vasta intervista e
la celebrazione dei cinquant'anni delle edizioni di cui lui è mente e
artigiano-realizzatore. Più tardi lui stesso commenterà "Non pensavo di poter avere un'espressione così
benevola e accogliente"! Nella foto infatti ha uno sguardo limpido e nelle
mani un libro, probabilmente un testo sacro. Benvolenza e accoglienza sono certamente due virtù sulle quali ha lavorato un'intera
vita: Vello Salo, ovvero padre
Salo, è un prete cattolico e
priore del locale convento delle suore brigidine.
Incontrare a
Tallinn un prete cattolico non è così frequente come può accadere nella mia
città, capitale universale del cattolicesimo, ma non è per questo, o non solo
per questo, che nell'ambiente
della cultura estone Vello Salo è noto a tutti. Piuttosto la sua popolarità
deriva da un temperamento molto forte,
da una storia personale complessa e indubbiamente avventurosa, con
giovanili esperienze su opposti versanti dei conflitti connessi alla seconda
guerra mondiale. Persino le motivazioni della sua adesione al cattolicesimo
hanno a che fare con eventi
eccezionali che, sul suo temperamento già forse predisposto, produssero effetti "miracolosi". Accadde
che, durante il periodo più sanguinoso della guerra, delle suore in Olanda lo ospitarono nascostamente,
salvandolo da rappresaglie. Quella naturale carità che prescindeva da ogni
considerazione d'interesse e dal giudizio politico fu all'origine di una
conversione al cattolicesimo (anche se nel cristianesimo ortodosso era stato
già battezzato), e della decisione
di dedicarsi alla vita religiosa.
A Tallinn quindi è priore di un convento, ricostruito dopo
la fine del periodo sovietico, che
ospita circa 300 monache.
"L'italiano è la lingua ufficiale di questa comunità di
cui la fondatrice era svedese e non una suora è italiana", mi aveva
scritto durante un nostro scambio di messaggi elettronici.
Da allora mi era rimasta la curiosità di sapere perché.
Quando lo incontro a Tallinn semplicemente mi spiega che, essendo Roma la città
dove Santa Brigida passò gli ultimi anni di vita e morì, tutte le religiose
devono trascorrere almeno un anno,
prima dei voti, nella casa Madre di Piazza Farnese, un luogo dedicato alla santa
fondatrice.
L'italiano è una vera passione di Vello Salo anche se, il
gusto delle lingue e una vita cosmopolita, lo hanno reso poliglotta. Alla sua tenace volontà, al suo
meticoloso lavoro è infatti dovuta la prima antologia di poesia estone in
lingua italiana, di cui ho avuto
in dono un volume della seconda edizione,
Poeti estoni, edizioni
Abete 1975. Quella raccolta va dalle origini ottocentesche della poesia nazionale fino ai primi anni
'70 del secolo scorso, quando appunto fu pubblicata. È stata la prima
antologia, ma forse, nonostante siano trascorsi circa quarant'anni, rimane a tutt'oggi la più completa.
Alla versione poetica della traduzione italiana e alla pubblicazione stessa
dette il suo importante contributo la poetessa Margherita Guidacci, voce
notevole del novecento, oggi quasi dimenticata.
Padre Salo ha ancora una vita attivissima. Quando ci
sentiamo a Tallinn mi dice che verrà a incontrarmi all'albergo dopo cena, alle
9, perché nei giorni successivi è impegnato a Tartu.
Ci sediamo al bar e parliamo a lungo davanti a un bicchiere
di Cognac, sfogliando cartelle di documentazioni e avanzando progetti, ma anche
commentando eventi politici lontani
e recenti. Mi parla con dispiacere del fatto che i turisti preferiscano
soggiornare negli alberghi più modernamente attrezzati che nel convento delle
brigidine. Quindi è un uomo che non solo ama la carità e la poesia, ha presenti anche gli aspetti più
concreti e prosaici della vita di comunità.