TRE POESIE DA "Interno rosso Marte"
Rinascere sarà domani
e sulla bilancia
una coscienza enorme
per le lancette di Dio;
ma ritrovare oggi il passo,
il piede affossato
in un tempo e lo sguardo
come un binocolo,
è volare lontano,
è restare presente.
Ho allacciato le scarpe
senza spezzare le ossa
cumulo di cellule indurite.
Sono nata quando
ho toccato le stelle e
il serpente
ora nell’uovo già schiuso
riconosco lo stordimento
di essere al mondo.
Quarantadue anni,
l’elmo sulla testa,
i pensieri compressi
ma mi tace la guerra.
Nel mese di marzo
dico solo quello che vedo:
l’odore del sale,
la tua finestra e
i pesci d’oro, fuori corrente.
So benissimo che si muore
solamente d’estate
coi capelli baciati dal sole
e l’arsura che parla,
ma qualcosa mi brucia
anche il cuore,
qualcosa qui accende
un mare
di memoria e di zinco.
La raccolta d’esordio di Rosaria Ragni Licinio si pone come una coraggiosa opera di spoliazione e disvelamento dei vissuti, in cui viene rigettato il cliché della poesia consolatoria o lirica, giungendo a un’espressività matura, a tratti cruda, cupa, sporca.(dalla nota critica di Mara Venuto)
In quest’opera prima di Rosaria Ragni Licinio, tutta la poesia è forza concentrica ed espressione di materia nervosa. Infatti se da un lato i versi tendono a riorganizzare la memoria generatrice con lo scopo di “far quadrare” la realtà attraverso fotogrammi precisi, dall’altro una coscienza meditativa offre al lettore un’ampia gamma di riflessioni sulla vita e sulla morte. (dalla nota critica di Antonio Bux)
Nessun commento:
Posta un commento