Quando sento ribadire, succede spesso di questi tempi, che i papi, attraverso la catena dei "successori" di Cristo, sono i legittimi trasmettitori del suo messaggio in secula seculorum, mi viene in mente quel giochino divertentissimo, che facevamo da ragazzini, ma poi fino anche all'adolescenza, che si chiamava "il telefono senza fili". Ci si siede in circolo, e bisogna essere in molti (così, rispetto alla mia metafora, ogni orecchio può corrispondere a un secolo). Il primo sussurra una frase all'orecchio del vicino. Quello ripete quanto ha capito all'orecchio dell'altro suo vicino e così fino all'ultimo. La cosa divertente è che quanto arriva all'ultimo orecchio è mutato totalmente da quanto detto all'inizio.
Ho ripensato a quel gioco vedendo sui giornali la foto di Ratzinger che nel giorno del suo ottantunesimo compleanno, sorride a una torta enorme, quasi nuziale, ospite dell'uomo più potente del mondo – nello sfondo il volto commosso del bellissimo e fedele segretario. Mi sono detta: bene, come mostrarsi, di fronte all'universo mondo, più fedeli agli imperativi evangelici? Ma a qualcuno importa ancora questa coerenza?
Scrivevo a un amico che contesta le mie posizioni, che essere laica non significa ignorare i vangeli. Anzi, visto che sono tra testi alla base della nostra storia negli ultimi due millenni, occorre conoscerli profondamente e interpretarli con libertà.
Non dicono i vangeli, con misteriosa metafora, che è più facile a un cammello entrare in una cruna, che a un ricco nel regno dei cieli?
Mi chiedo quanto diverso sarebbe un mondo dove tutti quelli che si proclamano cristiani fossero veramente convinti e lo dimostrassero nei fatti del messaggio evangelico.
E intanto sento il mio amico soffiarmi nell'orecchio che un evento del genere coinciderebbe con una finale catastrofe, anche se santa. Forse ha ragione, ma siamo sicuri che gli uomini che reggono il mondo, convinti di essere nel giusto, se non di rappresentare cristo in terra, sappiamo davvero dove stiamo andando?
Nessun commento:
Posta un commento