Venerdì 14 marzo, nei locali della Fondazione Basso è stato presentato il libro di Brunella Antomarini "Pensare con l'errore", Codice edizioni, Torino 2007
Accanto all'autrice, Giacomo Marramao nella funzione di moderatore, Domenico Parisi, Franco Voltaggio, Beppe Sebaste.
"Pensare con l'errore" è un libro agile che mostra la straordinaria versatilità di Brunella, la sua forza intellettuale, infine il suo ottimismo.
A ripensarla, quale l'osservavo dalla platea, con i capelli sciolti sulle spalle e la sua maglia a righe colorate, in posizione eccentrica rispetto allo schieramento di dotti signori ma protagonista della serata, mi pare proprio di dover dare ragione a Domenico Parisi. Lui ha affermato, quasi con una battuta in chiusura, che il discorso più importante si apriva sulla sfida che le donne possono lanciare a questo mondo da millenni gestito dagli uomini, perchè infine si aprano soluzioni alternative a uno sviluppo che sembra obbligato, direi coattivo.
Un libro quello di Brunella Antomarini che non svolge un pensiero metodico, ma proprio come indica l'affermazione centrale, procede lentamente verso l'obbiettivo e trova il gesto, la parola "nuova" a cui apporre la propria firma.
In tal modo il pensiero si apparenta strettamente con l'opera d'arte da un lato, con la ricerca scientifica dall'altro. Occorre restare a lungo in compagnia delle proprie conoscenze, della propria tecnica per vedere scoccare quella freccia che raggiunge il bersaglio, vero nel suo contesto e per il consenso che l'agente fortemente gli attribuisce. Non verità assoluta, né bellezza assoluta, ma un atto che riassume un'identità e allo stesso tempo la palesa agli altri. Concetto che richiama la teoria orientale, non solo zen, dell'arte, per cui una linea, tracciata con precisione e senza più ritocchi col giusto pennello sul giusto supporto, è opera d'arte.
Grazie a Brunella per aver sottolineato nel suo libro, con abbondanza di argomentazioni, che senza errore non si fa conoscenza, non si fa filosofia, non si fa arte né scienza. Su questo pienamente consentiamo: si tratta di messe a punto, giudizi agenti, o azioni che danno forma a un giudizio, in cui il pensiero, per poco almeno, si appaga, riaprendo poi al gioco, del suo proprio ricercare e di quello di altri. Filosofia, arte e scienza non hanno e non possono avere ad oggetto la verità assoluta, nè assoluti canoni del vero.
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