Gemma Ravanello
Gemma Ravanello – Bosco – edizione del Giano, 2012
Gemma Ravanello – Bosco – edizione del Giano, 2012
Ci sono persone, nella nostra città – ma forse sto parlando di un tipo umano universale –
delle quali ti accorgi che amano la bellezza, in particolare la poesia e la
natura, con estrema semplicità,
direi per il semplice fatto che s'impone loro come degna d'amore e quasi in
un'aura di sacertà. Persone che non costituiscono il semplice pubblico degli
incontri letterari. Ti accorgi della loro viva partecipazione, della loro
schietta passione, dal modo di essere presenti, dallo sguardo, dagli interventi
mai esibiti, ma invece appassionati, mai, come qualcuno ama fare, da
"addetto", da guru della cultura.
Queste persone esistono, forse sono più numerose di quanto
si potrebbe supporre, e sono il
lievito della cultura.
Così sono stata molto contenta quando al circolo Aleph, degli amici Luigi Celi e Giulia Perroni, in vicolo del Bologna, a Roma, ho
visto esposti i quadri di Gemma Ravanello, che conoscevo come persona insieme
vivace e discreta, e lei poi mi ha
consegnato la sua prima raccolta di poesie: "Bosco".
Con assoluta coerenza protagonisti degli uni e delle altre
sono gli alberi, il verde, l'amore per per la natura vegetale, che è anima e progenitrice di tutti noi
che sulla terra ci muoviamo.
I quadri e le
poesie vivono dello stesso amore, hanno il tocco vivo e semplice delle opere
anzitutto sincere. Sono un omaggio alla bellezza e all'emozione che quella
provoca.
Per quanto riguarda il libro, nel poemetto iniziale protagonista assoluta è la voce
parlante, che, per quanto entusiasticamente innamorata, è in posizione tuttavia antropocentrica, per quel
procedere della persona nella natura che rimane fissa, quasi scenario immobile,
mentre lei, Gemma, analizza le
emozioni che l'attraversano, a contatto fisico e spirituale, con quel bosco.
Nella seconda parte protagonisti si fanno i fili d'erba, il
grande noce, l'albero stecchito, nell'ascolto di loro come individui,
nell'abbraccio: singola vita, che ha un inizio e una fine, stretta a singola vita consapevole di
un identico destino.
Questa seconda parte è quella che più ha toccato le mie
corde, e con sincera empatia e commozione, riporto di seguito alcuni versi,
anche a commento e accompagnamento
visivo-musicale alle immagini dei bei quadri di Gemma.
Piera Mattei
Da "Bosco"
Nel silenzio, verde,
del mio giardino mentale
si perde lontano
il suono di un filo d'erba che cresce;
si impiglia, nel vento,
la voce del ramo
di un albero amico
[…]
***
Cingendo con le braccia
il corpo di un pino
ne aspiro la fragranza di vita.
Come in una trasfusione di sangue
cola in me l'essenza
dell'albero fratello
su una terra compagna di viaggio.
[…]
***
Lì, sempre,
anno dopo anno,
ogni estate, ti vedo;
ritto, sul bordo del sentiero
che dà sulla vallata.
Solo un tronco lungo, esile;
l'ombra di te stesso
che il vento più non scuote.
[…]
Un brivido di malinconia:
il pensiero mi prende
che non sei, tra noi, a respirare.